Oggi, la storia
Giovedì 21 gennaio 2016 - 07:05
Oggi desidero ritornare sugli episodi di aggressione e di violenza contro le donne perpetrati nella notte di Capodanno a Colonia, non tanto per ribadirne l’estrema gravità, quanto per proporre qualche considerazione sui toni in cui, in più occasioni, si è manifestata l’indignazione per questo attacco ai nostri valori.
Valori conclamati con grande convinzione, in nome dei quali però, la realtà di un potere maschile aggressivo, che offende la libertà della donna, negandole pari dignità, è stata proiettata, in tutta la sua barbarie, al di là di un confine: un confine tra lo “straniero” e “noi”.
Certo, i fenomeni di massa della notte di Capodanno indicano un salto qualitativo, sia sul piano simbolico, sia sul piano culturale; tuttavia, quando si parla dei nostri valori, è forse opportuno richiamare alcuni dati.
Solo in Italia, nel 2014 si sono verificati 152 femminicidi, mentre, nel corso della vita, il 35% delle donne, nel mondo, ha subito violenza fisica o sessuale. E potremmo aggiungere altre forme di offesa della dignità femminile, molto meno cruente certo, ma culturalmente pesanti, come la persistente disparità salariale.
Per evitare strumentalizzazioni improprie, gli episodi di Capodanno potrebbero allora essere anche uno specchio in cui osservare non solo l’altro da noi, ma pure l’altro che è in noi e che dentro la nostra cultura continua a minacciarne i valori.
Anche la nostra civiltà ha alle sue radici forme di pensiero che l’hanno profondamente segnata. Basta ricordare il sottile lavoro compiuto da Platone. Per spiegare l’esperienza della conoscenza Platone ricorre al vissuto femminile della maternità: la maternità diviene la grande metafora della vita e dei suoi significati. Ma proprio attorno al valore, totalmente femminile, della maternità, si fonda la differenza: l’inferiorità della donna, insomma.
Nell’uomo la maternità è esperienza idealizzata, che racconta la nascita e la vita del pensiero, nella sua purezza metafisica: l’uomo genera idee; nella donna questo valore si esprime invece in tutta la fisicità impura del corpo e dei sensi, la donna partorisce figli.
Questi sono archetipi, forme del pensiero ben radicate nella nostra razionalità. Forme che possono anche resistere ai contenuti con cui abbiamo nutrito i nostri pensieri nel progresso della civiltà.
Proprio per opporsi, con fermezza, alla barbarie dei giorni scorsi è buona cosa ragionare anche sulle difficoltà, le fragilità, e a volte le regressioni che la modernità laica deve affrontare per non tradire i suoi valori.