Oggi, la storia
Lunedì 02 novembre 2015 - 07:05
Oggi vorrei parlarvi di una persona, o meglio di un personaggio che come pochi altri merita di essere chiamato un eroe. Questa persona si chiamava Khaled al-Asaad ed era un archeologo, del quale le cronache hanno a lungo parlato nello scorso mese di agosto, in occasione della sua morte. E del quale, in alcune città italiane di stanno organizzando cerimonie e incontri per celebrarne la memoria.
Khaled Al Asaad era nato 1932 a Palmira, città-oasi del deserto siriano, e aveva dedicato la sua lunga vita di studio alla sua città, della quale ho già avuto modo di parlare con voi durante uno dei nostri incontri, nello scorso mese di aprile.
Palmira, grazie alla sua posizione al crocevia delle carovane che trasportavano le merci da Oriente a Occidente, era una citta ricchissima, che nei III secolo d.C. (quando era parte dell’Impetro Romano) sotto il governo della regina Zenobia, donna di straordinario carattere e di eccezionale cultura era diventata un centro multiculturale di grandissima importanza, dove si recavano i personaggi più in vista dell’epoca. E i suoi resti archeologici, prima della devastazione jihadista, mostravano tutto questo a chi vi giungeva, dopo aver traversato il deserto, e vedeva improvvisamente gli archi e le colonne, le strade e gli edifici di un luogo che sembrava un miraggio. Personalmente, avendo avuto la fortuna di visitare Palmira nell’ ormai lontano 2002, posso dire che è quella visione è rimasta uno dei momenti della mia vita che ricordo con maggior emozione.
Ma torniamo a Khaled Al Asaad. Diventato, dopo gli studi a Damasco, personaggio di spicco del mondo accademico, nel 1963 fu nominato direttore del museo e del sito archeologico della città di Palmira, carica che mantenne per più di quarant'anni, sino al momento della pensione contribuendo in modo determinante, grazie ai risultati del suo lavoro, a far sì che l’UNESCO, nel 1980, riconoscesse Palmira come Patrimonio dell'umanità.
Quando nel maggio 2015, Palmira passò sotto il controllo dello Stato Islamico, Al Asaad, dopo pochi mesi, in luglio, venne arrestato ed ebbe inizio l’incubo. Perché fornisse informazioni sui luoghi dove – prima dell’occupazione- erano statre nascoste alcune tra le più importanti opere d'arte, Al Asaad vene sottoposto ad atroci torture. Ma rifiutò di parlare, resistendo a ogni oltraggio e ogni violenza. E il 18 agosto venne ucciso sulla piazza di fronte al Museo della città nuova di Palmira e il suo corpo decapitato venne esposto al pubblico, appeso a un palo della luce. Non credo di dover dire altro, non credo ci sia bisogno di commenti a una simile storia. Quello che si può e si deve fare è non dimenticare il nome e l’esempio di Khaled al Asaad.