
Oggi, la storia 04.11.14
Oggi, la storia 04.11.2014, 07:05
Contenuto audio
Nell’agosto di quest’anno l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato l’epidemia di Ebola scatenatasi nel continente africano un’emergenza internazionale. Il virus ha raggiunto nel frattempo livelli mai rilevati in precedenza e rammenta agli studiosi di storia quell’ondata di peste tardomedievale che per il suo impatto devastante è stata chiamata la “Morte nera”.
Come ci spiega Roger Seiler nel suo articolo sul Dizionario storico della Svizzera, la peste colpì l’intera Europa poco prima della metà del XIV secolo. Arrivò nel nostro continente attraverso le navi commerciali che provenivano dall’Oriente e fece la sua comparsa inizialmente nei porti del Mar Mediterraneo. I portatori del morbo furono probabilmente i topi che viaggiavano a bordo delle navi.
La peste raggiunse il Ticino e la valle del Rodano alla fine del 1347 e imperversò in tutto il continente fino al 1353 uccidendo almeno un terzo della popolazione. Il quadro clinico della peste e l’elevata mortalità incutevano grande paura. L’epidemia venne interpretata come punizione divina per i peccati dell’umanità. Molti cercarono conforto nella religione. Vennero organizzare preghiere collettive e processioni.
Sin dagli inizi del 1348 però, molti videro anche negli ebrei i colpevoli della pandemia e li sospettarono, del tutto ingiustamente, di aver avvelenato pozzi e fonti. Ben presto si scatenò un’ondata di violenze seguita da una gravissima persecuzione degli ebrei. E questo anche in Svizzera, dove tra il 1348 e il 1350 vennero distrutte almeno 28 comunità ebraiche.
Il disastroso crollo demografico provocò un mutamento profondo nella società dell’Europa medievale ed ebbe, a lungo termine, paradossalmente anche degli effetti positivi. La diminuzione della popolazione rese possibile ai superstiti una grande disponibilità di terreni agricoli e di posti di lavoro. Le corporazioni ammisero, per mancanza di uomini, nuovi membri, cui prima si negava l’iscrizione. Così, molti iniziarono a godere di un benessere irraggiungibile in precedenza.
La peste ispirò anche grandi scrittori come Giovanni Boccaccio, che con il Decameron, libro che narra di un gruppo di giovani che si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera e che a turno si raccontano delle novelle, creò una delle opere più importanti della letteratura del Trecento europeo.