Oggi, la storia

La questione israelo-palestinese

Rete Due, giovedì 5 giugno, 07:05

  • 5 giugno 2014, 07:05
La guerra dei sei giorni
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Oggi la storia 05.06.14

Oggi, la storia 05.06.2014, 07:05

Il 5 giugno di 47 anni fa, nel 1967, iniziò la "guerra dei sei giorni", così detta perché tanto occorse a Israele per sconfiggere l'Egitto, la Giordania e la Siria. Non era il primo conflitto scatenato dal problema palestinese: nel 1948 gli Stati arabi avevano risposto con la guerra alla nascita di Israele. Lo Stato palestinese auspicato dall'ONU era stato spartito dai contendenti, 6-700.000 palestinesi erano stati cacciati da Israele e altrettanti ebrei dai paesi arabi.

Con la guerra dei sei giorni Israele conquistò la città vecchia di Gerusalemme, il Sinai, Gaza e il Golan, raddoppiando la sua superficie e includendovi un milione di arabi. La risoluzione dell'ONU che chiedeva il ritiro delle forze israeliane dai territori occupati non ebbe seguito. Se allora fu Israele ad attaccare gli Stati arabi, nel 1973 furono questi a scatenare un'altra guerra con cui l'Egitto recuperò il Sinai, ma non la striscia di Gaza. La pace firmata nel 1978 da Israele e dall'Egitto fu importante anche perché per la prima volta uno Stato arabo riconobbe il diritto di Israele ad esistere, ma il problema palestinese rimase aperto.

Da allora non ci sono state altre guerre arabo-israeliane, ma quell'area è stata tormentata da una lunga serie di violenze e su entrambi i fronti le forze favorevoli a un accordo sono rimaste minoritarie anche perché i problemi irrisolti si acutizzano e la violenza chiama violenza. Per non ricordare altro basti pensare al terrorismo e alla radicalizzazione islamista da una parte, ai bombardamenti e alla creazione di insediamenti ebraici nelle zone palestinesi dall'altra. A tutto ciò ha contribuito anche il giuoco delle relazioni internazionali fra le grandi potenze.

Un grande scrittore israeliano, David Grossman, ha detto: "Sogno uno Stato palestinese dove gli uomini investono i talenti e le capacita in una società libera dove sia possibile far crescere i propri figli senza l’umiliazione dell’occupazione. Sogno che lo Stato di Israele sia uno Stato sovrano, sicuro, indipendente, capace di immaginare e non temere il proprio futuro".

Pochi giorni fa papa Francesco ha compiuto un viaggio in Giordania, in Palestina e in Israele, perorando una pace giusta con parole simili a quelle di Grossman e offrendo la sua casa come luogo d'incontro fra i leaders delle due parti. C'è solo da sperare che venga ascoltato.
Tommaso Detti

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