Oggi, la storia

La varietà del mondo musulmano

di Simona Boscani Leoni

  • 19.01.2015, 08:05
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Pellegrini mussulmani in pellegrinaggio alla Kaaba nella Grande Moschea della Mecca

  • Keystone

Oggi, la storia 19.01.15

L’attentato al giornale satirico “Charlie Hebdo” ha scatenato una serie di reazioni e di dibattiti sul cosiddetto scontro di civiltà tra Occidente e Oriente, tra la civiltà europea e il mondo musulmano. Gli storici, da parte loro, hanno ricordato la non facile storia dei rapporti tra l’Europa e il resto del mondo, in particolare durante il periodo coloniale.

Nel dibattito in corso alcune voci hanno rilevato, a ragione, la necessità di differenziare l’immagine del mondo musulmano, un universo composto al suo interno da numerose correnti, anche contrapposte. Lo scrittore egiziano Ala al-Aswani, così come il giornalista Thomas L. Friedman sulle pagine del "New York Times", hanno ricordato lo sviluppo, negli ultimi anni, di frange estremiste che s’ispirano ai movimenti salafiti e wahabiti, sostenuti in particolare dall’Arabia Saudita.

Per i salafiti, un movimento che nasce ancora prima del Mille, l’unico modello da seguire è costituito dalle prime tre generazioni di seguaci di Maometto, vissute tra il VII e l’VIII secolo. Questo movimento, che fa parte dell’Islam sunnita, si distingue dal movimento sciita per il fatto di non accettare come guida della comunità islamica solo discendenti del profeta Maometto e di propugnare un ritorno alle origini, alla purezza dell’insegnamento dell’Islam.

Il movimento wahabita, nato nel XVIII secolo, s’ispira invece all’opera di Muhammed Ibn Abd al-Wahab (1703-1792). Questi studiò alla Mecca e a Medina seguendo un’impostazione rigorosa del diritto islamico (la cosiddetta Shari'ah). Al centro della sua dottrina v’era l’idea di un ritorno alle radici del primo Islam, il rifiuto delle rappresentazioni iconografiche della divinità, del culto di personaggi ritenuti santi, e del culto delle tombe, in particolare verso quella di Maometto. Alleatosi con l’emiro Muhammed ben Saud potè conquistare Medina e La Mecca, fu coinvolto in un annoso conflitto con l’impero ottomano e, soprattutto, con il mondo sciita, presente in forza nell’attuale Iraq. Interessante è notare che l’Arabia Saudita è ancora oggi governata dai discendenti dell’emiro ben Saud, che s’ispirano alle dottrine di al-Wahab.

Entrambi questi movimenti, il salafismo e i wahabiti, propugnavano un ritorno alla purezza dell’Islam primitivo. Dagli anni ’80 del secolo scorso, però, anni che furono marcati dalla decolonizzazione del Nordafrica e dalla crisi dell’Unione sovietica, si nota un’estremizzazione di queste correnti in direzione di una stretta osservanza delle leggi islamiche contenute nella Shari'ah, fatto che crea non pochi problemi ai musulmani moderati e ai paesi occidentali.

Ma di questo parlerò la prossima volta.

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