Oggi, la storia

Le penseur e le rêveur

Rete Due, venerdì 20 giugno, 07:05

  • 28.08.2014, 16:07
Karl Briullov,Sogno di una ragazza prima dell'alba, 1830 circa
  • Wikipedia


02:57

Oggi la storia 20.06.14

Oggi, la storia 20.06.2014, 07:05

Oggi vorrei parlare di immaginazione per ricordare il filosofo Gaston Bachelard, nato il 27 giugno del 1884, che a questa esperienza intima, segreta e silenziosa dedicò pagine straordinarie. Di formazione scientifica (prima della filosofia studiò matematica) Bachelard, che insegnò alla Sorbona dal 1940 al 1954, incontra una prima volta il tema dell’immaginazione nei suoi studi sulla formazione dello spirito scientifico e sulla costruzione della conoscenza in prospettiva storica. In questo contesto l’immaginazione appare come fonte di ostacoli che possono provocare l’errore. Si riconosce così un’alterità tra la dimensione razionale e la dimensione immaginativa. Distinte in qualche modo nelle produzioni culturali, nella scienza e nell’arte, ragione e immaginazione convivono tuttavia in modo inscindibile nell’uomo, nella pienezza della sua esperienza, perché l’uomo pensa e sogna: è penseur e insieme rêveur. Ecco allora che Bachelard, come è stato scritto, si innamora dell’immaginazione, perché l’uomo, dice, è un essere per immaginare e che cos’altro mai potemmo conoscere se non lo immaginassimo? Dell’immaginazione comincia a esplorare la forza e il senso dentro la nostra esperienza di un mondo che incontriamo nella fisicità dei suoi elementi. Dopo importanti opere sull’immaginario dedicate al fuoco, all’aria, all’acqua e alla percezione dello spazio, approda alla Poetica della rêverie, opera del 1960. La rêverie è uno stato di coscienza che a tutti noi è dato di sperimentare, ma che si esprime con un linguaggio suo proprio, irriducibile alla ragione. “E’ un non senso –scrive Bachelard- pretendere di studiare oggettivamente l’immaginazione, dal momento che si riceve veramente l’immagine solo se la si ammira. (…) Bisogna amare le potenze psichiche con due amori diversi.”

Ma i percorsi della rêverie ci portano oltre, a riconoscere che proprio in essa prende forma la poesia e nella poesia la possibilità di percepire la propria appartenenza al cosmo.

Bachelard ne è pienamente consapevole: Senza l’aiuto dei poeti, scrive, che cosa potrebbe fare un filosofo carico di anni, che si ostina a parlare di immaginazione?

La ragione è semplice: “nella rêverie del poeta il mondo è immaginato (…) l’immagine cosmica è immediata e diffonde in tutto l’universo la felicità che proviamo di abitare il mondo stesso di questa immagine”.
Lina Bertola

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