Nel 1819 lo scrittore americano Washington Irving pubblicò un breve racconto tuttora molto letto dai ragazzi di quel paese. Narra la storia di Rip Van Winkle, che vive in un villaggio sui monti Appalachi, un giorno si addormenta e per ragioni misteriose dorme per 20 anni. Al suo risveglio Rip trova la casa in rovina, moglie e amici scomparsi, in piazza una strana bandiera a stelle e strisce e dei politici che gli chiedono per chi vota, scandalizzandosi quando lui si dichiara un fedele suddito del re d'Inghilterra. In quei 20 anni c'era stata infatti la rivoluzione americana del 1776 e in generale tutto era cambiato a tal punto, che il disorientato protagonista dubita perfino della sua identità.
Tempo fa un autorevole storico, Charles Maier, ha citato quel racconto per criticare una visione della storia contemporanea centrata sul XX secolo e sullo scontro fra nazismo, comunismo e capitalismo. Immaginiamo, ha detto, che cosa avrebbe colpito un Rip Van Winkle che si fosse addormentato nel 1910 e svegliato nel 1995. Per Maier sarebbero stati anzitutto fenomeni come la scomparsa dei grandi imperi europei e la fine del dominio coloniale in Asia e in Africa. Per metterlo in grado di vivere nel suo nuovo mondo, al limite parlargli di fascismo e comunismo non sarebbe stato necessario. Più importante spiegargli qualche nozione sui computer, i microchips, la biologia molecolare ecc., nonché sul ridimensionamento della sovranità degli Stati nazionali, cioè sulle novità portate dalla globalizzazione contemporanea.
Benché provocatorie, queste osservazioni non sono infondate. 50 anni fa un altro grande storico, Geoffrey Barraclough, scrisse che «la storia contemporanea comincia quando per la prima volta prendono forma visibile i problemi che sono attuali nel mondo di oggi». Se è così, e lo è, allora per capire le origini del mondo in cui viviamo occorre chiedersi quali siano i suoi aspetti centrali. A molti che lo hanno fatto pare che alle lontane origini del nostro tempo vi siano l'industrializzazione, la rivoluzione francese e quella rivoluzione americana che Rip Van Winkle si era perso perché dormiva. Ma è un utile esercizio mentale che ognuno può fare per conto suo.