
Oggi la storia 23.05.14
Oggi, la storia 22.05.2014, 12:10
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Il 24 maggio 1543, pare nel giorno stesso della pubblicazione della sua opera che rivoluzionò il mondo, moriva Niccolò Copernico. Dell’ astronomo matematico, che ipotizzò l’eliocentrismo dentro un universo culturale aristotelico-tolemaico, abbiamo altre volte ricordato non solo l’importanza per la storia della scienza ma pure, forse soprattutto, il significato per la comprensione di come procede la conoscenza, nel rapporto tra immaginazione e pensiero e tra teoria e fatti.
Non a caso, forse, la rivoluzione copernicana sta a simboleggiare, nelle parole stesse del suo autore, la teoria della conoscenza di Kant.
Come Copernico si propose di indagare se i movimenti celesti non si potessero spiegare meglio facendo star fermi gli astri e ruotare lo spettatore –scrive Kant nella Critica della ragion pura- così io vorrei muovere dall’ipotesi che siano gli oggetti a doversi regolare sulla nostra conoscenza.
Mettere al centro della conoscenza il soggetto che costruisce i fenomeni di un mondo che comunque esiste fuori di noi, ma cui l’uomo conferisce realtà per noi, a partire dalla sua sensibilità e dal suo intelletto, è una svolta fondamentale nella storia del pensiero, una svolta che ha profondamente segnato la filosofia degli ultimi due secoli e che oggi ancora alimenta la riflessione e il dibattito epistemologico.
Tant’è che un fine filosofo, qual è Maurizio Ferraris, ha recentemente proposto una nuova rivoluzione copernicana che ridia, per così dire, alla realtà in sé, alla sua concreta esistenza e resistenza, un ruolo nella nostra conoscenza.
Il dibattito è certamente arduo e piuttosto specialistico, ma consente tuttavia una lettura più ampia, in chiave etica, nel senso che permette di riflettere sulla presenza e sulla responsabilità dell’uomo nei confronti di un mondo che c’è.
Vuoi che questo mondo lo si costruisca, come sosteneva Kant, oppure che sia un mondo che ci resiste, e in cui ci giochiamo tutto, come propone Ferraris, siamo sempre comunque alle prese con l’assunzione della nostra libertà responsabile; siamo alle prese con un soggetto che deve rispondere del proprio pensare e del proprio agire.
Allora si potrebbe arrivare a dire che anche a ciascuno di noi è dato di poter vivere la propria personale rivoluzione copernicana, quando capita di riuscire a pensare in modo totalmente altro il panorama della propria esistenza, cambiando le domande e lo sguardo su problemi e certezze.
È un esercizio raro, e non facile, segno comunque inequivocabile di una libertà sempre possibile.