
Oggi, la storia 27.05.15
Oggi, la storia 27.05.2015, 07:05
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In questi giorni la Grecia tiene tutta l’Europa col fiato sospeso, minacciando di non pagare i suoi debiti e di uscire quindi dall’euro, con conseguenze difficilmente calcolabili.
Queste dichiarazioni hanno provocato una comprensibile preoccupazione e tuttavia, in una prospettiva storica, tale vicenda è assai più comune di quanto si creda. Gli Stati sudamericani per esempio hanno un’inclinazione a fare bancarotta con regolarità: basti pensare che Costa Rica e Venezuela hanno sulle spalle una dozzina di fallimenti a testa, e i loro vicini sono appena un poco meglio. Anche gli Stati europei peraltro non hanno certo la coscienza immacolata: la storia di Spagna e Francia in età moderna potrebbe essere riassunta in una lunga serie di insolvenze causate dalle troppo ambiziose politiche dei loro sovrani, impegnati in continue guerre per la supremazia continentale.
Ma curiosamente il primo caso davvero rilevante di bancarotta da parte di uno Stato riguarda l’Inghilterra, che ai nostri giorni è sinonimo di solidità finanziaria. Siamo nel 1342, e il Re Edoardo III è impegnato in diverse imprese militari sfortunate in Scozia e in Francia, che rapidamente prosciugano le sue risorse. Il sovrano inglese comincia allora a sospendere i pagamenti, avviandosi verso la bancarotta.Questa decisione ha effetti disastrosi soprattutto su due grandi banche fiorentine, i Bardi e i Peruzzi, che per decenni gli avevano garantito abbondanti prestiti. I Peruzzi falliscono nel 1343 per la somma colossale di 600.000 fiorini; i Bardi li seguono nel 1346 con un botto ancora più clamoroso: 900.000 fiorini. Assieme le due compagnie bancarie hanno perduto l’1% dell’intera massa monetaria circolante in Europa. Curiosamente i giudizi degli storici su questa vicenda sembrano ricalcare quelli che ascoltiamo in questi giorni. Alcuni infatti rimproverano a Edoardo III d’Inghilterra le sue spese dissennate e i metodi brutali con cui si liberò dai debiti, cancellandoli con un tratto di penna e oltretutto imprigionando i banchieri, per rilasciarli solo dopo una formale rinuncia ai loro diritti. Altri però hanno difeso re Edoardo sostenendo che le condizioni dei prestiti erano troppo dure e che le banche fiorentine negli anni precedenti avevano di fatto preso il controllo delle ricchezze del regno, a cominciare dal commercio della pregiata lana inglese. Da questo punto di vista quella di Edoardo appare allora come una sacrosanta ribellione e si sostiene che in ogni caso le grandi banche si erano già ripagate dei loro prestiti quando l’Inghilterra rifiutò di far fronte ai suoi impegni. Prestatori incauti e debitori svogliati: a qualche secolo di distanza i termini della questione sembrano essere davvero sempre gli stessi.