Oggi, la storia
giovedì 17 settembre 2015 - 07:05

Oggi, la storia 17.09.15
Oggi, la storia 17.09.2015, 07:05
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“Ricordatevi che la democrazia non può mai durare a lungo. Si corrompe subito, si esaurisce e si autodistrugge. Finora non vi è stata alcuna democrazia che non si sia suicidata.” Questa pessimistica convinzione sul destino della democrazia fu espressa nel 1814 da John Adams, uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America, autore, con Thomas Jefferson, della Dichiarazione di Indipendenza, e secondo presidente della neonata repubblica. Fra il 1786 e il 1788, Adams pubblicò un’opera in tre volumi intitolata Difesa della Costituzione del governo degli Stati Uniti. La Costituzione difesa da Adams fu promulgata il 17 settembre 1787, nel dodicesimo anno dell’Indipendenza, da 55 delegati degli Stati sorti dalle tredici colonie britanniche. Dopo quattro mesi di riunioni segrete fra animose contrapposizioni e ragionevoli compromessi, il testo fu approvato. Nel preambolo, la prima costituzione scritta della storia umana enunciava il principio fondamentale della democrazia moderna: “Noi, il popolo degli Stati Uniti, allo scopo di perfezionare ulteriormente la nostra Unione, di garantire la giustizia, di assicurare la tranquillità all’interno, di provvedere alla comune difesa, di promuovere il benessere generale e di salvaguardare per noi stessi e per i nostri posteri il dono della libertà, decretiamo e stabiliamo questa Costituzione degli Stati Uniti d’America.”
Per entrare in vigore, la costituzione doveva essere approvata dalle assemblee dei singoli Stati. Anche questo fu un processo faticoso, che si svolse con accese polemiche, fra quanti sostenevano la necessità di un forte governo centrale e quanti invece volevano preservare l’autonomia ai singoli Stati, temendo l’avvento di un dispotismo monarchico sotto le vesti del governo repubblicano. La Costituzione entrò in vigore nel 1789. John Adams non era presenta alla Convezione di Philadelphia, ma la sua profezia sul suicidio della democrazia esprimeva una diffusa diffidenza fra gli americani sul rischio che una repubblica fondata sul governo popolare potesse facilmente degenerare in una tirannia della maggioranza. Nutrito di cultura classica e umanistica, John Adams derivava la sua profezia sulla sorte suicida della democrazia dall’esperienza antiche delle repubbliche di Grecia e di Roma e dall’esperienza più recente della Rivoluzione francese. Ma la storia della repubblica stellata gli ha dato torto, almeno finora. Dopo 228 anni, la democrazia costituzionale degli Stati Uniti conserva il primato della longevità.