L'altro coté compositivo di Venosta è scandito dagli innumerevoli suoi viaggi per il mondo, anche alla scoperta di musiche "inaudite", specie in tempi in cui internet non esisteva.
Vengono presentati brani che a buona ragione possono essere etichettati con la generica accezione di "world music", in questo caso in senso più profondo ed esaustivo: si tratta di musica "etnica" contaminata con altre sonorità e trattamenti provenienti dalle tradizioni e avanguardie occidentali.
In questo modo la musica popolare ungherese si fonde con quella minimalista; quella turca con il rock psichedelico; quella del nord-est della Thailandia con il blues; la giavanese con una miriade di procedimenti "alieni"; la colombiana col math-rock francese; quella dei Nuba del Sud Sudan con l'elettronica di sapore "cosmico" anni 70.
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