Il jazz, arte estemporanea per antonomasia, ha prodotto – basti pensare a Duke Ellington – alcuni dei più rappresentativi compositori del '900. Come è possibile questa dicotomia? Come conciliare oralità e scrittura, composizione e performance, head arrangements e partiture?
E ancora: può esistere il jazz senza improvvisazione? Perché gli autori del jazz sono pressoché ignorati dagli interpreti di formazione classica? Tutti quesiti a cui cercherà di rispondere – pro-ponendo all'ascolto brani di grandi compositori/performers che lo hanno influenzato, nonché alcune chicche – Pietro Viviani, “chitarrista pentito” cresciuto ascoltando jazz, che da grande ha deciso di fare il compositore.
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