Nel 1869, l’artista Johann Varrone regala un suo paesaggio, dal titolo Campagna romana al municipio di Bellinzona: è la prima opera d’arte donata alla città. Un dipinto che simbolicamente segna l’inizio della collezione d’arte cittadina. Oggi è una delle oltre 7mila opere appartenenti alle collezioni del Museo Villa dei Cedri, inaugurato nell’aprile del 1985. Un patrimonio culturale che è il frutto di una lunga storia di condivisione e di dialogo tra collezionismo e mecenatismo privato e istituzioni pubbliche; una storia strettamente intrecciata con quella della città di Bellinzona e del suo territorio, che a partire da fine Ottocento, grazie anche alla ferrovia, svilupperà una vivace scena culturale. Le tappe e gli aspetti meno noti di questo percorso sono ora ricostruiti in una mostra e approfonditi per la prima volta in un’importante pubblicazione curate dalla storica dell’arte Manuela Khan Rossi che insieme a Carole Haensler, direttrice di Bellinzona Musei saranno ospiti di Voci dipinte.
Tra gli artisti presenti nelle collezioni bellinzonesi anche Filippo Franzoni, il pittore locarnese di respiro europeo, che in queste settimane la mostra inaugurata al Masi di Lugano mette in dialogo con una serie di dipinti di Ferdinand Hodler, rivelando sorprendenti convergenze tra i due importanti artisti e protagonisti della scena culturale nazionale in un periodo cruciale tra fine Ottocento e inizio Novecento. L’abbiamo visitata insieme alla curatrice Cristina Sonderegger.
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