La restituzione del patrimonio. A partire da Canova primo ambasciatore dell’arte italiana.
di Anna Pianezzola
Si deve ad Antonio Canova la possibilità di apprezzare in Italia tanti capolavori, fra i quali “Il Laocoonte”, “l’Apollo del Belvedere” o la “Trasfigurazione di Raffaello”. Il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura – chiamato anche “il nuovo Fidia”, fu fra le personalità più significative del mondo culturale e politico a cavallo tra 700 e ‘800. E in quanto tale- dopo la sconfitta di Waterloo- venne incaricato di recuperare le opere d’arte di immenso valore strappate all’Italia da Napoleone.
A partire dalla mostra a lui dedicata dal Museo Civico di Bassano del Grappa per i 200 anni dalla morte, Io, Canova Genio Europeo, “Voci Dipinte” affronta oggi i temi della restituzione e della circolazione delle opere d’arte con il co-curatore Mario Guderzo, direttore della Gipsoteca di Possagno e con Tiziana Zanetti esperta di diritto del patrimonio culturale. In tema di opere sequestrate, trafugate e restituite, la mostra della settimana sarà quella del Fondo Gurlitt al Kunstmuseum di Berna. Quella collezione di opere d’arte tristemente nota costituita per ordine nazista durante la seconda guerra mondiale, infine lasciata inaspettatamente in eredità all’Istituto bernese dal suo- comprensibilmente - schivo legittimo erede.