"La gente è sempre più indotta a sentirsi in colpa per confessare di amare – o insegnare – Bach, Beethoven o Wagner". Sembrerebbe una frase proveniente da un romanzo distopico, tipo Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, e invece è la linea introduttiva dell’articolo del pianista e musicologo Ian Pace – da non confondere con il mitico batterista dei Deep Purple, Ian Paice –, Ian Pace, si diceva, pianista, docente all’Università di Londra ‘City’ e di «carnagione chiara», in risposta alle affermazioni di Philip Ewell, violoncellista, musicologo e «di colore». Ewell nel suo blog sostiene che Beethoven è un compositore sopra la media, ma niente di più; che la Nona Sinfonia vale né più né meno a 12 Little Spells di Esperanza Spalding… Un tema scottante questo, che sarà trattato a «Voi che sapete» da Giovanni Conti e Roberto Corrent con i loro ospiti, Andrea Ottonello e Franco Fabbri.
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