Premio Viareggio-Rèpaci nel 2018 con Gli anni del nostro incanto e Premio Selezione Campiello nel 2011 con L’ultima sposa di Palmira, Giuseppe Lupo è autore di diversi libri, tra cui L’americano di Celenne (2000), Ballo ad Agropinto (2004), La carovana Zanardelli (2008), Viaggiatori di nuvole (2013), Atlante immaginario (2014) e L’albero di stanze (2015), tutti editi da Marsilio
E in tutti i testi centrale è l’idea che la scrittura e le parole siano il suo arcipelago, la sua salvezza, in grado di inventare mondi da abitare.
In quest'ultimo "Breve storia del mio silenzio" il protagonista perde l’uso della parola, diventa improvvisamente afasico, a quattro anni, in coincidenza con la nascita della sorellina. Cresce nella bottega del nonno in Lucania e sogna la Milano del boom economico, che visto da Sud sembra la «Mecca dell’illuminismo».
Il romanzo ci porta a capire quanto siano importanti gli eventi ma soprattutto i luoghi che alimentano l’immaginario: l’Appennino lucano prima, e la Milano dei primi anni ‘80 poi, ma soprattutto l’infanzia che è un luogo senza tempo, prima che una stagione della vita!
Giuseppe Lupo, è capace di condensare in duecento pagine, la storia di un’infanzia (la sua), di una vocazione (la scrittura), della scoperta della letteratura come possibilità di costruire mondi.
Con quest'edizione di Librintasca torna anche la classifica dei libri più venduti nella Svizzera Italiana.