Oggi, la storia

Libertà

di Lina Bertola

  • 22.10.2015, 09:05
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Oggi, la storia
Giovedì 22 ottobre 2015 - 07:05

Si è conclusa da poco l’edizione 2015 dell’assegnazione dei Nobel. Tutti soddisfatti, ovviamente, i laureati. Eppure c’è stato anche chi, in passato, il premio lo rifiutò; tra questi il filosofo Jean Paul Sartre, insignito del Nobel per la letteratura nel 1964.

Dell’opera di questa figura di grande rilievo nella cultura del Novecento, vorrei oggi richiamare la riflessione sulla natura libera dell’uomo che sta al cuore del suo pensiero: Tema attualissimo, in un’epoca in cui i progressi conoscitivi in ambito biologico sembrano gettare ombre di sospetto sulla reale libertà dell’agire umano, con ricadute evidenti sulla questione etica delle responsabilità.

Geni e cellule, neuroni, neurotrasmettitori e ormoni, lavorano per noi. Tutto ciò può anche veicolare, o perlomeno suggerire visioni deterministe che confliggono con la coscienza della libertà del proprio agire.

Se, ad esempio, la magia dell’innamoramento si riduce ad una faccenda di feromoni che si riconoscono e si piacciono, la libertà rischia davvero di diventare parola sospetta anche nei risvolti più intimi delle nostre scelte.

Così, benché gli scienziati propendano spesso per una visione compatibilista tra precondizioni biologiche e scelta individuale, la libertà potrebbe anche essere percepita come una grande illusione, con buona pace dell’etica e di ogni giudizio morale.

Chissà che cosa direbbe oggi Jean Paul Sartre, che al centro della sua riflessione ha invece posto la assoluta libertà come forma costitutiva dell’esistenza.

Una libertà cui siamo condannati, dice Sartre, e che nel suo riproporsi incessante alla coscienza colora di sfumature angoscianti l’instabilità del nostro esistere in cui il progetto iniziale appare costantemente modificabile.

L’uomo, dice in un celebre passo, “è una passione inutile”.

Tra i rischi del determinismo che riduce, e mortifica in qualche modo il senso dell’esistenza, e l’angoscia intrinseca al vissuto della libertà, con cui l’esistenzialismo sartriano ha segnato la cultura del Novecento, permane, e per fortuna, il messaggio di quella modernità illuminata che ci invita, oggi più che mai, a percepire la nostra libera responsabilità e a giocarcela, in un progetto di appartenenza comune.

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