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La morte di Kneeland riapre le discussioni sulla salute mentale

Lo psicologo sportivo Giona Morinini ci ha parlato di questo tema

  • Oggi, 13:50
  • Oggi, 14:30
Ampia commozione negli Stati Uniti per la prematura scomparsa del giovane giocatore di football americano

Ampia commozione negli Stati Uniti per la prematura scomparsa del giovane giocatore di football americano

  • Reuters

La notizia del suicidio nella notte di Marshawn Kneeland, defensive end dei Dallas Cowboys, ha scosso tutti gli appassionati di NFL e non solo. Perché la morte di un ragazzo, appena 24enne, obbliga evidentemente a riflessioni di carattere più ampio. La tragedia ha anche riaperto le discussioni sulla salute dei giocatori di football americano, riportando in auge gli studi sull’encefalopatia traumatica cronica (CTE), una malattia provocata da ripetute lesioni alla testa, diagnosticabile con sicurezza solo post mortem e che può avere tra le sue conseguenze anche l’insorgere di pensieri suicidi.

Lo psicologo sportivo Giona Morinini, intervistato sull’argomento, ha riconosciuto “una correlazione tra i traumi cranici che avvengono in sport di contatto violento e alcune patologie influenzanti la qualità della vita”, senza dimenticare l’importanza della risposta individuale. Inoltre, potrebbero nascondersi altre cause dietro a drammi come quello di ieri, quali le pressioni dell’ambiente e il repentino e difficilmente gestibile cambio di stile di vita.

Una delle false aspettative dello sport è quella che diventati ricchi e famosi la vita risulti bella senza dover più faticare. Se non si prevede la fatica o non la si può mostrare rischia di aprirsi una discrepanza che può generare grande sofferenza

Giona Morinini

03:09

Il servizio con Giona Morinini (Rete Uno Sport 07.11.2025, 12h50)

RSI Sport 07.11.2025, 12:35

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