di Omar Gargantini
Come direbbero a Napoli: "Cornuto e mazziato". Lo sport svizzero professionistico si è risvegliato stamattina con questo sentimento. Prima le ingenti spese per allestire un protocollo che oltretutto ha dimostrato di funzionare, cosi da giocare con i 2/3 dei posti a sedere occupati e metterci almeno una pezza nella gestione finanziaria della stagione. Poi, appena un mese dopo, la mannaia di un dietrofront totale: zero spettatori a tempo indeterminato, come a marzo.
Il Consiglio Federale, ieri, ha dato un colpo durissimo alle speranze di sopravvivenza di molti club e, di riflesso, di tutto il sistema, hockey e calcio, il discorso vale per entrambi gli sport. Senza introiti, quelli garantiti da botteghini ed enogastronomia che danno equilibrio ai bilanci, la liquidità andrà ad esaurirsi a breve ed il rischio di andare incontro al fallimento è realistico, perché sono pochissimi i privilegiati che possono contare su un mecenate alle spalle.
Calcio e hockey sono parte integrante nella storia di questo paese, la loro importanza va ben al di là dell’ambito sportivo. Sono un patrimonio social-culturale, una tradizione radicata, generano emozioni, ma soprattutto posti di lavoro e indotti importanti. Una soluzione andrà assolutamente cercata, sia sottoforma di prestiti piuttosto che di sovvenzioni a fondo perso. La Confederazione ha l’obbligo morale di affrontare il problema e cercare una soluzione, di concerto con le due leghe. Intanto, il calcio prova a continuare a giocare, l’hockey scenderà in pista fino almeno al primo dicembre. Ma in ogni caso senza aiuti sarà un bagno di sangue: perché i salari vanno comunque pagati.
Il commento di Omar Gargantini (Radiogiornale 29.10.2020, 08h00)
RSI Sport 29.10.2020, 10:53
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