La Monaco città dice PSG, l’arbitro Kovacs invece Inter

È una finale inedita, quella tra Paris Saint-Germain e Inter. Non per le forze in gioco - d’altronde entrambe le formazioni, costruite con cognizione di causa, si sono poste l’obiettivo - bensì perché francesi e italiani non si sono mai incontrati in partite ufficiali. Lo faranno per la prima volta nella finalissima di Champions League di Monaco (in diretta su LA2 e web dalle 20h00, con un ampio prepartita), dove a trionfare è sempre stata la squadra che prima di allora non aveva mai sollevato al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Quattro le finali ospitate dalla città tedesca, quattro le prime volte: il Chelsea nel 2011-12, il Dortmund nel 1996-97, il Marsiglia nel 1992-93, il Nottingham Forest nel 1978-79. L’Inter, campione nel 1964, 1965 e 2010, fa gli scongiuri. Il PSG, mai sul tetto d’Europa, spera.

Nemmeno la data viene in soccorso ai nerazzurri, finalisti in altre sei circostanze e titolati nella metà delle occasioni. Il 31 maggio 2025 cade il 53o anniversario della sconfitta subita per mano dell’Ajax, che vinse 2-0 la finale di Rotterdam. Era l’Ajax del Cruijff giocatore e allenato dal rumeno Stefan Kovacs. Un nome che non dirà molto, ma che rilancia le quotazioni scaramantiche del popolo nerazzurro. Il suo cognome è lo stesso dell’arbitro che dirigerà l’ultimo atto di questa edizione: Istvan Kovacs. Un fischietto che in carriera ha diretto tre finali delle competizioni UEFA: quella di Conference League nel 2022 a Tirana e quella di Europa League nel 2024 a Dublino. Il denominatore comune? A vincere furono squadre italiane: la Roma prima, l’Atalanta poi. Per l’en-plein manca solo la Champions League. A fare gli scongiuri è il PSG, a sperare è l’Inter. Almeno in questo caso.