La festa deve attendere, ma la Svizzera mette la firma sul Mondiale

Per stappare lo champagne bisogna ancora attendere, ma l’impresa è di fatto compiuta. Sì, perché alla Svizzera basterà non perdere con sei gol di scarto martedì a Pristina per staccare definitivamente il biglietto aereo per il Nordamerica e, va da sé, per un Mondiale che ci vedrà ormai presenti per la sesta volta consecutiva. Merito del 4-1 inflitto questa sera alla Svezia in uno Stade de Genève che in fin dei conti ha già dato il la ai festeggiamenti, nonostante la contemporanea vittoria per 2-0 del Kosovo in Slovenia. Insomma, la firma l’abbiamo messa oggi e martedì validare il pass sarà una semplice, semplicissima formalità.

Confermato Aebischer a centrocampo al posto dell’infortunato Freuler, la Nazionale ha preso subito in mano le redini del gioco in terra ginevrina, complice un avversario, quello svedese, che senza i vari Bergvall, Larsson e Gyökeres sembrava possedere davvero pochi argomenti, perlomeno inizialmente. Sintomatico, in questo senso, l’inizio gara della squadra di Potter, rintanata nella propria metà campo su due linee in più circostanze e mai capace di ripartire in contropiede. Quella che in fin dei conti sembrava potesse rivelarsi una serata in carrozza dopo il vantaggio trovato da Embolo, bravo al 12’ a sfruttare una delle solita sgroppate di Ndoye sulla destra, si è però complicata con il pareggio di Nygren, che al primo tiro in porta al 33’ ha ristabilito l’equilibrio approfittando di una retroguardia rossocrociata troppo passiva.

Dopo una ventina di minuti un po’ sotto ritmo da parte della formazione di Yakin, è allora stato un episodio a lanciare verso la vittoria i rossocrociati. Ovvero quando Embolo si è avventato su uno scellerato passaggio a ritroso della retroguardia svedese, anticipando Johansson e prendendosi il rigore. La trasformazione impeccabile di Xhaka al 60’ ha poi avuto il pregio di ridestare i rossocrociati, tornati in totale controllo e bravi a chiudere i conti con Ndoye e Manzambi, che hanno ulteriormente semplificato il compito che ci spetta a Pristina. Una semplicissima formalità, appunto.