Calcio

Le storie di Alberto Cerruti

Da Jongbloed a Neuer, il fascino del portiere

  • 04.07.2014, 15:49
  • 06.06.2023, 20:11
Jon Jongbloed

L'olandese volante numero 8

  • Keystone

di Alberto Cerruti

Ricordate bene questi nomi: Lloris, Neuer, Julio Cesar, Ospina, Romero, Courtois, Cillessen e Navas. Sono gli otto portieri, che giocheranno in ordine di apparizione, di Francia, Germania, Brasile, Colombia, Argentina, Belgio, Olanda e Costa Rica. L’ingresso in semifinale è nelle loro mani e se la tendenza di questo Mondiale sarà confermata anche nelle prossime partite, saranno protagonisti come e più degli attaccanti, nei 90’, nei 120’ o nella cosiddetta lotteria dei rigori. Rileggere, per credere, le cifre delle 54 partite precedenti, da quella inaugurale Brasile-Croazia all’ultima che ha promosso il Belgio, malgrado le paratissime di Howard.

Proprio il numero uno degli USA è stato premiato "uomo del match" dalla FIFA ed è stata la nona volta, con una media quindi di una ogni sei partite, in cui un portiere è stato votato migliore in campo. Era già capitato a Ochoa del Messico, a Navas della Costa Rica (due volte a testa) a Buffon dell’Italia, a Dominguez dell’Ecuador, a Mbolhi dell’Algeria e a Julio Cesar del Brasile. E a questi si potrebbe aggiungere il tedesco Neuer che ha conquistato tutti con le sue cinque uscite spericolate fuori dall’area, di piede e persino di testa, nell’ultima partita contro l’Algeria. Tante prodezze che ci hanno ricordato lo spericolato olandese Jongbloed, il primo portiere "volante" entrato nella storia dei Mondiali quarant’anni fa in Germania.

Tornato in nazionale quasi per caso a 34 anni, Jongbloed divenne titolare per l’infortunio del titolare Van Beveren e fu uno dei protagonisti della prima grande Olanda di Cruijff, battuta soltanto in finale dalla Germania Ovest padrona di casa. Primo portiere a giocare con il numero 8, invece del consueto 1, perché il c.t. Michels assegnava i numeri in base all’ordine alfabetico, Jongbloed si faceva notare perché giocava con due lunghe ginocchiere ma soprattutto si faceva notare per le sue uscite fuori area e per la sua facilità a giocare con i piedi, proprio come Neuer. Fu il meno battuto della manifestazione, soltanto tre volte, vicecampione del mondo anche nel 1978 in Argentina, rimasto in campo fino a 46 anni coi dilettanti.

Un grande personaggio oltre che un grande portiere, il cui primo stravagante erede per stile e bravura è stato il colombiano Higuita che inventò il "colpo dello scorpione", una rovesciata di tacco in volo con le gambe all’indietro. Regista difensivo e amante del dribbling fece però arrabbiare tutti i colombiani quando al Mondiale in Italia, il 23 giugno 1990, agli ottavi di finale contro il Camerun perse un dribbling con Milla e il 2-1 ai supplementari promosse gli africani. Altri tempi, ma stesso fascino del ruolo. Perché cambiano i nomi, non le prodezze dei grandi portieri. E allora sotto a chi tocca in questo Mondiale da numeri uno.

Alberto Cerruti

Il giornalista della Gazzetta dello Sport Alberto Cerruti

Alberto Cerruti, da 40 anni a “La Gazzetta dello Sport”, ha seguito come inviato e prima firma del calcio otto mondiali, dal 1982 in Spagna al 2010 in Sudafrica. Attualmente collabora con la RSI, come commentatore in studio.

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