"Pensiamo sempre che il campo sia un terreno di guerra. La gente è convinta, che su quel rettangolo accada qualcosa. In realtà non succede nulla, è tutta scena. Siamo calciatori e siamo un modello per i bambini". Negli scorsi giorni Valon Berhami sull'Aargauer Zeitung ha voluto smorzare sul nascere le provocazioni prima di Svizzera-Serbia. "È vero le relazioni tra Serbia e Kosovo sono tese - ha precisato il nazionale svizzero - io però gioco con la Svizzera!" ha concluso Berhami.
I giorni che hanno preceduto il secondo impegno della Nazionale sono stati tranquilli. Solo la foto postata da Shaqiri che mostrava le sue scarpette con tanto di bandiera del Kosovo in bella mostra, ha creato qualche malumore tra i tifosi serbi, che l'hanno vissuta come una vera e propria provocazione. "La politica non c'entra, le due bandiere rappresentano solo la storia della mia vita", ha tagliato corto XS11.
Il gioco fisico della Nazionale svizzera molto criticato dai brasiliani nella partita d'esordio e che ha permesso ai rossocrociati di incamerare un punto preziosissimo contro la Seleçao invece non sembra preoccupare i serbi.
Siamo abituati ai giocatori ruvidi. Risponderemo con gli stessi metodi
Dusan Tadic, centrocampista Serbia
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