Ogni giorno un brivido, ogni tappa una sorpresa: ogni corsa pagherebbe per questo ma poche possono metterlo nel curriculum la sera dell’ultima tappa. Fra le poche, l’edizione numero 88 del Tour de Suisse, la più bella e divertente da parecchi anni a questa parte. Tutto merito della prima tappa e di quella fuga sul Lago dei Quattro Cantoni? Anche, ma soprattutto di un percorso mai scontato (che non significa duro, impossibile) ma fantasioso, originale, moderno.
Sarà un’edizione difficile da replicare per tante ragioni, in ordine rigorosamente cronologico:
L’incrocio magico: è quello di Kussnacht am Rigi dove si chiude, al femminile, la storia in giallo di Marlen Reusser e si apre quella della “French Connection”: Grégoire, Alaphilippe e Vauquelin i tre galletti che giorno dopo giorno convincono che sì, è possibile mettere fine ad una sorta di maledizione dell’Esagono. 18 anni senza successi in generale in una gara a tappe World Tour, fra le “Big 7”, le gare di una settimana: Parigi-Nizza, Tirreno-Adriatico, Catalunya, Baschi, Romandie, Delfinato e Tour de Suisse…cercate nell’albo d’oro e dovrete arrivare al 2007 (Delfinato) per trovare il nome di Christophe Moreau: un’eternità!
Una fuga nella pioggia attorno al Rigi prima di una settimana di sole e adrenalina, quella stessa scarica che Joao Almeida sente finalmente scorrere lungo le gambe ad Heiden quando Quinn Simmons ricorda Gino Mäder con un bacio al cielo e una vittoria da vero combattivo e il portoghese sprinta per iniziare la sua rimonta impossibile. Sei secondi rosicchiati alla Maglia Gialla, ancora sulle spalle di Grégoire che il giorno dopo su e giù dallo Spluga si esalta nella difesa ma esaurisce le energie fisiche e mentali. Lo sa, lo sussurra dopo la vittoria a Piuro di Almeida, lo conferma nel giorno più bello del Tour, quello che si arrampica sui tornanti della “Route 26” da Grono a Santa Maria passando per Castaneda: la Mesolcina che entra nella storia del Tour de Suisse e Almeida che fa un altro passo verso la maglia, quella che nel frattempo finisce sulle spalle di Vauquelin.
Il Tour viaggia veloce e non lascia spazio a rimpianti se non a quelli rossocrociati: Badilatti e Fabio Christen inizialmente, Küng e Schmid con le loro fughe ci provano, tornano a casa senza vittorie ma non deludono. Chi delude è chi più si attendeva per la generale e per un vero acuto: Jan Christen e Marc Hirschi. Il primo ha per lo meno una caduta dopo pochi chilometri da maledire, il secondo inizia ad essere un oggetto misterioso in una squadra che per il grande salto di qualità contava sul suo estro.
Il Tour viaggia in fretta, sì, anche quando attraversa Lucerna e, se non fosse per il Ponte e la sua silhoutte inconfondibile, parrebbe di essere già alla Grande Boucle. È veloce come Joao Almeida che prosegue nella sua rimonta facendo a spallate con Vauquelin, unico nel suo regalare alti e bassi in corsa e nelle dichiarazioni: sta scoprendo un nuovo modo di essere corridore, ha capito di poter diventare un leader (e le sue parole sul Team che rischia di sparire perché in difficoltà finanziaria ne sono il perfetto manifesto).
Infine, Joao Almeida: Romandie e oggi il Tour de Suisse, senza dimenticare i Baschi, un tris a questo livello che mancava dal 2012 con Wiggins capace di imporsi alla Parigi-Nizza, Romandie e Delfinato. Almeida clamoroso nella sua calma, intrattabile quando decide che il momento della rimonta è scoccato: la sua stagione parla di 9 vittorie ma da questo momento anche la consapevolezza che dal 5 al 27 luglio il lavoro più importante sarà quello di restare vicino al proprio Capitano al Tour de France. Forse anche per questo Pogacar lo vuole al suo fianco.
Le dichiarazioni di Joao Almeida (Rete Uno Sport 23.06.2025, 07h15)
RSI Sport 23.06.2025, 06:58
Contenuto audio

TdS, il servizio sull’8a tappa (La Domenica Sportiva 22.06.2025)
RSI Sport 22.06.2025, 19:22