Hockey

Presidente di due stagioni incredibili

In ricordo di Marco Lombardi

  • 13.11.2014, 09:46
  • 07.06.2023, 01:02
Marco Lombardi

Si è spento a 73 anni

  • Keystone

di Loris Prandi

Certe cose ai tempi non si vedevano spesso.

C’è un’immagine di “Marchino” Lombardi che è rimasta indelebile per tanti appassionati di hockey e telespettatori della TSI: il presidente dell’HCAP, invitato alla Domenica Sportiva, ospite in studio, seduto al tavolo di fronte al presentatore con – ecco la particolarità – la sciarpa biancoblù al collo.

Un gesto oggi piuttosto comune, allora certamente no, simbolico della vicinanza ai tifosi che lo contraddistingueva.

Erano i primissimi anni Novanta. Lombardi – decimo presidente nella storia del sodalizio – era succeduto ad un altro airolese, Ivo Eusebio. Nel comitato leventinese era in atto un profondo cambiamento. Dopo decenni di militanza avevano lasciato due vecchie volpi come “Sepp” Fransioli e “Bertino” Guscetti; a fare da trait d’union era rimasto un uomo fondamentale come Luciano Bossi, che però lasciò sempre ad altri l’incarico di presiedere il club.

Così venne scelto l’avvocato dalla chioma leonina, tanto a digiuno di esperienze nel mitico “Comitato” quanto dotato di una carica umana che non poteva lasciare indifferenti, anche grazie ad una brillante ed originale arte affabulatoria che in principio aveva fatto un po’ storcere il naso ad alcuni, ma che aveva ben presto guadagnato tante simpatie a lui e all’Ambrì Piotta.

Rimase in carica per due stagioni, prima di lasciare il posto a Bruno Moor. Solo due, ma tanto cariche di emozioni da rimanere indimenticabili per chi ebbe la fortuna di viverle.

Qualche esempio? La vittoria all’overtime nella prima di playoff in una Saint Léonard invasa dai tifosi ticinesi, tra cui il presidente della Confederazione Flavio Cotti (a fine partita scendendo dalla tribuna stampa passai vicino a quella riservata ai VIP e ne colsi il commento indirizzato a Lombardi: “Marco, mi l’Ambrì l’u visct un po’ püsee che ti, ma una partida inscì…”). L’incontenibile assolo di Mike Bullard che dopo aver scartato tutto il Friborgo andò a segnare il goal (ingiustamente annullato) che avrebbe potuto permettere ai biancoblù di giocarsela ancora con la squadra di Cadieux per un posto in semifinale. L’esplosione di Pauli Jaks e l’esordio di Gianini e Gazzaroli, in un Ambrì che ritornava molto nostrano. L’arrivo dei due fuoriclasse russi Leonov e Malkov che con Bykov e Chomutov incantarono tutte le platee svizzere. Le sfide infinite con il loro Gottéron, impreziosite dalle giocate stellari dei quattro ex sovietici, con enormi blocchi di neve che si staccavano e scivolavano giù dal tetto della Valascia in occasione di qualche boato per un goal leventinese.

E un ricordo personale che mi fa sorridere ancora oggi: il vulcanico presidentissimo del Gottéron “Jeannot” Martinet e Marco Lombardi che saltellano assieme festeggiando davanti ad una piccola folla divertita nel bar della Tribuna Oro della Valascia, poco importa chi avesse vinto.

No. Certe cose ai tempi non si vedevano spesso.

01:26

Marco Lombardi negli studi della TSI (25.01.1992)

RSI Sport 13.11.2014, 12:56

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