Murat Pelit ha fatto il suo esordio a Pechino

Dall'inviato a Pechino Marcello Ierace

Non è andato forse come si attendeva, ma l'esordio a queste Paralimpiadi di Pechino è finalmente arrivato per Murat Pelit. Il ticinese, dopo il forfait di ieri nella prima gara del programma dello sci alpino, è riuscito a partire - e ad arrivare - nel super G odierno, chiudendo al 16o rango una prova vinta nella categoria sitting dal solito norvegese Jesper Pedersen (alla quarta medaglia paralimpica, la seconda di quest'edizione). "Sono comunque soddisfatto - ha spiegato il quasi quarantenne di Stabio ai nostri microfoni - Se penso come stavo ieri, è quasi un miracolo essere arrivato al traguardo". Oltre al problema ad una spalla, a seguito di una caduta durante un allenamento qui in Cina, Murat ha dovuto pure fare i conti con una tonsillite che l'ha completamente debilitato. "Ho iniziato subito al cura antibiotica e ora sono assolutamente rinato - ha continuato l'elvetico - Sono pronto per le prossime gare". Pelit sarà dunque presente domani per la supercombinata (anticipata di un giorno per questioni meteorologiche) e sarà al cancelletto di partenza anche nelle discipline tecniche.

E stavolta non è arrivata nemmeno la medaglia di Théo Gmür. Il giovane vallesano, reduce dallo splendido bronzo in discesa del giorno prima, è stato letteralmente assalito dall'emozione che gli ha giocato un brutto scherzo. "Ho dormito al massimo un paio d'ore questa notte", ha ammesso lui stesso al termine della gara che l'ha visto chiudere al quinto rango nella categoria standing. Troppo poco riposo, troppa tensione e un morbo di Crohn che in queste situazioni lo mette a dura prova. Nonostante tutto il 25enne è comunque arrivato al cancelletto di partenza, concludendo poi la prova come migliore elvetico proprio davanti ai connazionali Robin Cuche e Thomas Pfyl, per tre diplomi paralimpici tutt'altro che disprezzabili. Ad imporsi è stato il sorprendente cinese Jingyi Liang, il quale ha spiazzato la concorrenza, lasciando gli altri gradini del podio all'austriaco Markus Salcher e al canadese Alexis Guimond.