Dall’inviato a PyeongChang Andrea Torreggiani
Si mettono a suonare, e l’effetto è quello di una piccola sirena, in qualsiasi momento della giornata: mentre stai mangiando, mentre stai lavorando, mentre stai dormendo. Se hai più di un telefono senti un piccolo concerto, e se sei in compagnia di altre persone, che magari a loro volta hanno più di un cellulare, inizi onestamente un po’ ad inquietarti. Stiamo parlando degli sms con gli allarmi automatici d’emergenza, diventati nostri compagni di vita di ogni giorno da quando siamo arrivati qui in Corea del Sud.
Oltre al suono che ti perfora i timpani, sullo schermo del telefono compare anche un messaggio. Peccato che sia scritto solo in coreano, e dunque noi stranieri non sappiamo di cosa si tratta. Ci spaventiamo per un attimo, poi ce ne dimentichiamo. O meglio, ci spaventavamo, perché ormai ci siamo abituati al nostro incomprensibile allarme quotidiano. Anche se il significato di qualcuno di questi però l’abbiamo scoperto: in genere si tratta delle temperature molto basse, uno riguardava l’evacuazione del parco olimpico per il troppo vento e uno è stato inviato in occasione del terremoto che ha colpito una zona a circa 200km da Gangneung. Nulla di cui preoccuparsi troppo insomma. O quasi…
Legato a Korea della Sera del 19.02.2018