dall’inviato a PyeongChang Andrea Torreggiani
A come Alpensia: il resort sciistico costruito appositamente per sostenere la candidatura olimpica di PyeongChang e centro dei XXIII Giochi invernali. A volte però è sembrata una località fantasma…
B come Bokwang: la sede delle gare di freestyle e snowboard e la località più innevata di queste Olimpiadi. Peccato che fosse un po’ persa nel nulla e lontana da tutto.
C come Cologna: primo in assoluto ad imporsi in tre Olimpiadi di fila nella 15km, con il quarto oro conquistato in carriera ha raggiunto Simon Ammann in vetta alla classifica degli svizzeri più vincenti ai Giochi invernali.
D come dodici ore di volo: quelle che sono servite per arrivare qui in Corea del Sud, e quelle che ora attendono gli ultimi atleti svizzeri ancora qui (e pure noi) per tornare a casa.
E come estraibile: nei ristoranti coreani non troverete mai bacchette e tovaglioli già pronti. Dovrete arrangiarvi estraendoli dal cassetto che c’è in ogni tavolo.
F come freddo: l’ha fatta da padrona nella settimana prima dell’apertura dei Giochi e pure nei primi giorni di competizione, con temperature anche di 20 gradi sotto lo zero. Poi è diventato, per fortuna, meno intenso.
G come Germania: finalisti a sorpresa nell'hockey su ghiaccio maschile, i tedeschi all'ultimo atto hanno portato gli OAR fino all'overtime prima di arrendersi.
H come hockey: che purtroppo a noi svizzeri ha dato una grande delusione con l’eliminazione della Nazionale maschile già nel playoff contro la Germania. Ci siamo consolati con le ragazze, che hanno ottenuto un bel quinto posto.
I come inglese: lingua quasi sconosciuta da queste parti, anche da chi, tra volontari ed addetti ai lavori, era costantemente a contatto con atleti, turisti e giornalisti stranieri.
J come Jeongseon: la pista per le gare di velocità dello sci alpino è stata creata unicamente per le Olimpiadi con la promessa di riportare in seguito la foresta sul pendio della montagna al suo stato originale. Sarà davvero così?
K come kimchi: specialità coreana fatta di verdure fermentate e piccanti, viene servita ovunque gratuitamente come antipasto o come contorno. Anche nel ristorante del parco olimpico.
L come lacrime: quelle di gioia di Dario Cologna dopo la vittoria nella 15km, quelle di rabbia e frustrazione di Lara Gut per non essere riuscita a portare a casa una medaglia nel super G.
M come mele: vendute nei negozi coreani ad altissimo prezzo, fino a quasi 50 franchi al chilo!
N come Norovirus: pericolo pubblico numero uno all’inizio dei Giochi, ha contagiato diversi atleti ed ha costretto alla quarantena 1'200 volontari. Alla fine però è stato combattuto con le armi giuste e l’epidemia non è scoppiata.
O come olimpico (parco): timida l’affluenza nei primi giorni, poi è scoppiata la mania ed è diventato un posto affollatissimo. Per entrarci e scattarsi l’indispendabile selfie se non si avevano i tagliandi per assistere a degli eventi bisognava pagare due franchi.
P come piccante: se un coreano ti dice che un piatto non è piccante, è piccante. Se un coreano ti dice che un piatto è piccante, è molto piccante. Se un coreano ti dice che un piatto è molto piccante, mangialo a tuo rischio e pericolo!
Q come quindici: le medaglie vinte dalla Svizzera, partita con l’obiettivo minimo di 11. Un risultato storico, visto che è stato uguagliato il record di Calgary 1988.
R come robot: erano dappertutto, dai finti pesci in un acquario alle "hostess" con schermo tattile sul petto che giravano per parco olimpico, impianti di gara e centro stampa.
S come sorrisi: quelli che i sudcoreani non ci hanno mai fatto mancare, anche gli addetti alla sicurezza quando tornavi a casa alle due di notte al freddo e al gelo.
T come terremoto: ha colpito durante i Giochi a circa 160km da Gangneung, ma non ce ne siamo accorti.
U come unita: la Corea dell’hockey femminile, nel cui roster c’erano giocatrici sia del Nord che del Sud. Lo sport a volte può davvero unire popoli divisi.
V come vento: ha soffiato fortissimo durante la prima settimana di Olimpiade, costringendo al rinvio di diverse gare di sci alpino. Era atteso anche negli ultimi giorni, ma non si è ripresentato.
W come Wendy Holdener: la svittese si è portata a casa un oro, un argento e un bronzo.
X come XXS: la misura dei tovaglioli coreani. Tipo francobolli. Scomodi e noiosi.
Y come Yongpyong: sede delle gare tecniche dello sci alpino e di Casa Svizzera. Quest’ultima, un po’ fuori dal centro dell’azione, non ha avuto il successo travolgente di Vancouver e di Sochi. Lo dimostra il fatto che la raclette non è andata esaurita.
Z come zero medaglie di Lara Gut: quelli di PyeongChang sono purtroppo stati dei Giochi deludenti per la ticinese. Una caduta in gigante, un quarto posto in super G ed una porta saltata in discesa.
Legato a Korea della Sera del 25.02.2018