dall'inviato a PyeongChang Luca Steens
Ramon Zenhäusern ce l'ha fatta ancora una volta! Dopo l'argento in slalom, lo spilungone elvetico ha trascinato la squadra Svizzera addirittura all'oro, battendo l'Austria in finale. Il 25enne vallesano si porta così a casa la seconda medaglia olimpica. Chi l'avrebbe mai detto! Il simpatico slalomista ha trovato una spalla efficace in Wendy Holdener, che completa così la sua collezione di PyeongChang 2018 aggiungendo il metallo più prezioso al 2o posto tra i paletti stretti e al bronzo della combinata.
L'emozione: dopo che Feierabend ancora una volta non era riuscita a dare il primo punto alla Svizzera, la finale sembrava compromessa. Ma Zenhäusern prima e Holdener poi hanno ribaltato il punteggio, ed infine Daniel Yule ha assicurato contro Schwarz, che ha provato il tutto per tutto ma ha fallito. Vittoria!
Il personaggio: certo, Holdener si è messa al collo la terza medaglia, ma è impossibile non dedicare questo spazio a Zenhäusern, vera anima di questa squadra. La sua è una storia da favola, visto che da quando si è formata la nuova squadra di slalom rossocrociata con i giovani, tutti puntavano sui gemelli Daniel Yule e Luca Aerni. Ma alla fine a spuntare al momento buono alle Olimpiadi è stato lui, Ramon, con la sua stazza di oltre due metri, a volte guardato storto per la poca grazia tra i paletti, ma terribilmente efficace sulle nevi coreane.
La curiosità: il tanto vituperato parallelo è la gara che ha forse attirato più gente di quelle proposte nello sci alpino. Per i coreani è stata più attrattiva in quanto hanno avuto la possibilità di vederla per intero con i propri occhi, senza dover seguire la maggior parte della gara sullo schermo gigante. Alla fine gli spettatori si sono pure sciroppati un paio di chilometri a piedi per tornare alle vetture, visto che i bus, presi d'assalto, si sono ben presto esauriti.