Sci alpino

Come si potrebbe implementare la sicurezza sugli sci?

Dopo la morte di Matteo Franzoso, ha ripreso piede un dibattito mai sopito

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Ski World Cup Zermatt-Cervinia

A Tempi Supplementari Kristian Ghedina, Luca De Marchi e Giampaolo Giannoni si sono confrontati sul tema

  • Keystone

La tragica morte del discesista italiano Matteo Franzoso durante un allenamento sulla pista di La Parva, in Cile, ha sconvolto il Circo Bianco, lasciando in eredità lacrime e tante inevitabili polemiche. La sicurezza sugli sci non è di certo un tema di recente discussione. D’altro canto, le prime pagine negli ultimi anni sono state troppo spesso macchiate da gravi incidenti e morti legati allo sport invernale. Proprio delle possibili misure atte a implementare la salvaguardia di sciatrici e sciatori si è parlato a Tempi Supplementari con Kristian Ghedina, ex campione italiano 13 volte vincitore in Coppa del Mondo, Luca De Marchi, delegato della Federazione internazionale sci e snowboard (FIS), e il nostro Giampaolo Giannoni.

Tanti i temi sollevati, a partire dalla necessità di omologare i parametri di sicurezza presi in considerazione nelle gare a quelli degli allenamenti. “Servirebbe investire seriamente sulla sicurezza delle piste anche durante la preparazione alle competizioni. Spesso i tracciati dove ci si allena dispongono di protezioni precarie, delle quali devono occuparsi peraltro allenatori o talvolta gli atleti stessi. Le velocità aumentano ogni anno ma le piste restano le stesse” ha commentato Ghedina.

Purtroppo, la sicurezza totale non potrà mai esserci

Kristian Ghedina

Indubbiamente, velocità e rischio sono spesso sinonimi ma questo non deve essere una giustificazione. Dello stesso parere Luca De Marchi: “Ho avuto modo di parlare con Urs Lehmann (ex presidente di Swiss Ski e futuro CEO della FIS) e tutti concordano all’interno della Federazione sulla necessità di fare qualcosa. Le riflessioni sono in corso ma forse è tempo di accelerare, perché negli ultimi anni gli incidenti sono stati davvero troppi. Un primo passo è quello di coinvolgere atlete e atleti all’interno di queste discussioni”.

Tra allenamento e Coppa del Mondo le condizioni di sicurezza non sono le stesse. A volte, da allenatore, viene la pelle d’oca

Luca De Marchi

49:35

Lo sci piange Franzoso e si interroga sulla sicurezza, i corridori africani dominati a Tokyo

Tempi Supplementari 22.09.2025, 19:52

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