Laser
Martedì 05 e mercoledì 06 gennaio 2016 alle 09:00
Replica alle 22:35
Corrado Stajano: la mente, lo sguardo, la passione

Contenuto audio
Corrado Stajano: la mente, lo sguardo, la passione (1./2)
Laser 05.01.2016, 10:00
Corrado Stajano: la mente, lo sguardo, la passione (2./2)
Laser 06.01.2016, 10:00
Scrittore civile; inventore di un genere che mescola narrazione, inchiesta, analisi saggistica, documento, memoria; eterno irregolare, eretico e disobbediente. Sono alcune delle definizioni che, nel corso del tempo, sono state date di Corrado Stajano, giornalista, saggista, autore di documentari televisivi e narratore. Nato nel 1930 a Cremona, Stajano è stato ed è una delle firme più significative del giornalismo italiano a partire dagli anni del cosiddetto “boom” economico. La caratteristica principale del suo modo di lavorare è sempre stata quella di voler essere, prima di tutto, testimone diretto dei fatti di cui sarebbe andato poi a riferire all’opinione pubblica: sarebbe una delle norme principali della deontologia giornalistica che però, soprattutto in Italia, non ha mai trovato grande seguito tra gli operatori dell’informazione, troppo legati, quest’ultimi, a interessi personali, di partito o più semplicemente alle paure di “inciampare” in politici o comunque in uomini di potere che potrebbero influire negativamente sulle carriere professionali.
Stajano, “in direzione ostinata e contraria” (come avrebbe detto Fabrizio De André), ha invece scelto la strada dell’inchiesta, della ricerca di cause e conseguenze, senza preoccuparsi di altro che non fosse la ricostruzione di “brandelli di verità” laddove veline di partito oppure “omissis” governativi raccontavano all’Italia bugie e mistificazioni di vario genere.
Il suo primo libro (primo di circa venti pubblicati a partire dal 1975), “Il sovversivo – Vita e morte dell’anarchico Serantini” (ventunenne ucciso nel 1972 a Pisa dalla polizia durante una manifestazione politica), fu solo la concretizzazione editoriale di uno stile di inchiesta che Stajano già metteva in pratica come giornalista sulle varie testare con le quali lavorava (Il Giorno, Panorama, Il Mondo , ecc.), contribuendo nel contempo alla nascita di quello che venne chiamato “giornalismo democratico” e che trovò nelle controinchieste sulla strage di Piazza Fontana del dicembre 1969 e sulla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli nella questura di Milano, uno dei suoi momenti più importanti.
Al microfono di Romano Giuffrida, Corrado Stajano ripercorre i momenti principali della sua vita come “testimone del nostro tempo”.