La RSI

Il Duca bianco nella Piazza dei Castelli

A 5 anni dalla scomparsa, un ricordo di David Bowie: 25 anni fa, a Bellinzona...

  • 07.01.2021, 17:09
 David Bowie

8 gennaio: David Bowie

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8 gennaio nascita, 10 gennaio data della morte giusto 5 anni fa. E neanche a farlo apposta quest’anno, il 21 luglio, a 25 anni dal suo storico concerto in Piazza del Sole a Bellinzona. Un ricordo di David Bowie.

Era davvero una giornata assai calda, molto. E non solo per questioni climatiche. Piazza del Sole era in fibrillazione già dal mattino, d’altronde stava per vivere l’atto finale del “Kingdom Festival” dopo due giorni di concerti che avevano sciorinato gente come Ligabue, East 17, Matt Bianco e Jimmy Sommerville. Ma la piazza di Bellinzona con tutto quel formicaio di ottime professionalità che ci lavoravano indefessamente sapeva che quella sera (l’ultima tra l’altro di una piazza che da lì a poco mutò pelle dal profilo architettonico), non sarebbe stata come le altre. E non poteva esserlo. Chi c’era, ed eravamo in molti lo ricorda ancora. Pubblico, addetti ai lavori, organizzatori e tecnici. Che si prodigarono la notte precedente per allestire al meglio la produzione richiesta dalla star. E non fu un lavoro di poco conto, anzi. Ricordo ancora le occhiaie, la stanchezza impastata di timori, felicità e orgoglio dei tecnici e della manovalanza che fecero la notte in bianco! D’altronde rimane l’unico concerto del “Duca bianco” nella nostra regione, una vera pagina di storia vergata a mano una notte di 25 anni fa.

Era il 21 luglio del 1996, un giorno in cui il pensiero corre sempre al primo uomo sulla Luna; buffa la coincidenza pensando a Ziggy che dallo spazio cadde sul nostro grumo di acqua e silicio decenni prima.

Quell’anno David Bowie era in tour con l’“Outside summer tour” partito dal Giappone qualche mese prima. “1.Outside” era il disco dell’anno precedente, un vero capolavoro oscuro e tagliente per modernismo e sonorità. Un album grazie al quale David viveva l’ennesima metamorfosi indossando i panni del detective Nathan Adler. Un tour che lo aveva già portato sui palchi di mezzo mondo in inverno e di cui avevo goduto mesi prima al Palalido di Milano rimanendone folgorato. Il Ticino era l’ultima tappa estiva. Il Duca e la troupe sbarcarono a Milano. Gli organizzatori gli fecero trovare una Testarossa fiammante ma lui, ringraziando declinò l’invito per prender posto sulla navetta coi musicisti. E con la stessa “ferma gentilezza britannica” mi risposero picche all’intervista. Solo qualche anno dopo riuscii a stringergli la mano con altri giornalisti al party dei “Brit awards” a Londra, e a farfugliare una frase mista di imbarazzo, deferenza e gote paonazze.

Arrivato a Bellinzona rimase davvero folgorato dalla piazza sovrastata dall’austero Castelgrande, una scenografia mozzafiato! Lui che già amava la Svizzera e viveva nella sua reggia sul lago Lemano frequentando spesso Montreux, il suo festival, i Mountain studio dei Queen, Freddie e i vigneti che punteggiano “La côte”. La sera dell’evento il suo staff pretese che tutti i tecnici indossassero la t-shirt di “Hallo space boy”, che spensero le luci in regia e nel transito che lo portava sul palco. Nessuno poteva avvicinarlo e fiatare. Sfiorò molti di noi i quei brevi secondi prima di infiammare le oltre 10.000 persone accorse da ogni angolo del Cantone e non. E il concerto fu uno vero sballo: capelli coloro rosso fuoco, elegante, grondante di carisma e voce da paura David ruppe il ghiaccio con “Look back in anger” per snocciolare un rosario di canzoni che pescavano dalla sua e nostra storia. Un cavalcata elettrica memorabile, sostenuta da una band eccellente che consegna alla storia anche una versione da brivido per accorata partecipazione del pubblico di “Heroes” e di altri classici scolpiti nelle tavole della musica rock. Al termine, dopo l’ennesimo bis (“Moonage daydream”, e non poteva esser altrimenti), come apparse dal buio, l’oscurità della notte se lo inghiotti. Rimangono le emozioni a fior di pelle, i volti illuminati e sconvolti dal canto e dalla felicità di un pubblico consapevole di aver vissuto una pagina di storia musicale del nostro Cantone, per qualche ora tornato granducato di sir. David Robert Jones.

Gianluca Verga

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