Tra le diverse esperienze accademiche e lavorative, hai conseguito un dottorato in archeoantropologia, hai lavorato per l’UNESCO e sei stata segretaria generale della Pro Grigioni Italiano. Come ti sei avvicinata alle tematiche con un carattere più sociale, come l’inclusione e la diversità?
Mi definisco una persona molto attenta al valore della diversità: il denominatore comune del mio percorso formativo e professionale potrebbe essere proprio la valorizzazione della cultura degli esseri umani, nel passato tramite l’archeologia e nel presente tramite le altre attività, sempre con un occhio di riguardo per le minoranze, la parità di trattamento indipendentemente dal genere, dalla lingua o dalla provenienza. Durante l’adolescenza ho collaborato con associazioni attive nel ramo sociale, quindi è un interesse che coltivo sin da quei tempi e al quale – finalmente – posso dare risalto.
Pensi che negli ultimi anni le persone siano diventate più sensibili verso il tema della diversità e l’inclusione? Se sì, in che modo?
Probabilmente sensibili lo si era già, ma mancavano gli strumenti per poter esprimere liberamente le necessità o per poter accogliere le esigenze diverse, in un mondo nel quale si tende a preferire una prospettiva univoca. Ad oggi le sfumature sono sempre maggiori, vanno capite, integrate e magari anche evidenziate, a beneficio di una ricchezza e di una complementarità accresciute.
Secondo te, come si caratterizza un’azienda che investe in diversità e inclusione? Come è strutturata la RSI sotto questo punto di vista?
La RSI lavora basandosi su un accordo sottoscritto con le associazioni che operano nel campo delle disabilità sensoriali, stipulato a livello nazionale dalla SSR e condiviso con le altre unità aziendali e con l’ausilio di SwissTXT. Questa convenzione implica l’adempimento di uno dei compiti che contraddistinguono il mandato del servizio pubblico, ossia rendere accessibili i programmi a tutte le persone, indistintamente. Si raggiunge questo obiettivo con un’offerta mirata dei programmi e promuovendo accorgimenti trasversali per favorire la comprensione. Cito alcuni esempi: riducendo i rumori di sottofondo alla radio, mantenendo contatto visivo e articolando bene le parole senza coprire la bocca in video o ancora aggiungendo sottopancia e sottotitoli in maniera generalizzata.
Quali offerte propone la RSI per le persone con disabilità sensoriale?
In particolare, l’azienda si adopera per tradurre programmi in lingua dei segni per le persone sorde, audiodescrivere film e documentari a beneficio delle persone cieche e dotare di sottotitoli praticamente tutta l’offerta al fine di garantire la fruizione anche alle presone deboli di udito, ma anche a chi è originario di altri paesi o possiede un grado di alfabetizzazione minore.
Le proposte si sono molto ampliate negli ultimi anni e va citato il grande lavoro di Consuelo Marcoli, referente dal 2018 per il settore, che assieme alla collaboratrice Laura Urio ha strutturato l’offerta. Sono doverosi i sentiti complimenti per l’impegno profuso.
In concreto le proposte della RSI spaziano dall’attualità e informazione all’intrattenimento o a programmi culturali e scientifici, o ancora ai documentari e ai film. Quest’anno verrà proposta una serie fiction di sei puntate coprodotta dalla RSI “Alter Ego” per la quale stiamo prevedendo sia l’audiodescrizione sia la traduzione in LIS: è una prima assoluta in Svizzera. Siamo curiosi di sapere se sarà seguita anche dal pubblico sordo e il relativo grado di soddisfazione.
Quali sono le sfide ancora aperte nell’ambito dell’inclusione?
I media hanno il potere di rendere più o meno evidenti le sfaccettature della realtà alla popolazione e questo potere implica forzatamente una grande responsabilità. La maniera con la quale ci esprimiamo e il modo in cui mostriamo o diamo visibilità alle persone, contribuiscono a rafforzare o indebolire stereotipi e pregiudizi. Mi sembra quindi fondamentale prestare attenzione alle parole che utilizziamo e far sì che in niente siano stigmatizzanti, al fine abbattere tutte le barriere, soprattutto quelle che isolano le persone… dalle (altre) persone.
Il prossimo 17 novembre la SSR organizzerà la giornata dell’accessibilità. Puoi raccontarci di più di questa iniziativa?
Si tratta di una giornata presso la SRF a Zurigo dove tutta la SSR presenterà i propri servizi, ma soprattutto dove saremo all’ascolto dei bisogni delle utilizzatrici e degli utilizzatori con disabilità uditive (più avanti ci sarà un incontro dedicato a persone con disabilità visive, in quanto le esigenze sono molto diverse). Una vera occasione per sperimentare un approccio di condivisione e co-creazione e plasmare tutti assieme il mondo dei media del futuro, studiando soluzioni riguardanti determinati ambiti tematici.
Quali sono le tue aspettative riguardo alla tua nuova carica di referente RSI per programmi per disabili sensoriali?
Mi aspetto di continuare a lavorare sia a livello regionale sia a livello nazionale per coltivare il settore “Accessibilità”, puntando sulla trasversalità dell’offerta tra i vari dipartimenti e basandomi su uno spirito collaborativo: confido di contribuire a far conoscere i programmi tradotti in lingua dei segni o audiodescritti anche a chi non ne necessita direttamente e a costruire una società basata su valori di aiuto reciproco e di comprensione.