Per gli appassionati di punk, hardcore, metal e oscuro rock in generale non ha certo bisogno di presentazioni: parliamo dell’ineffabile Dj Monnezza, che senza sosta, col suo inimitabile idioma, professa il verbo del rock più selvaggio e viscerale. L’abbiamo incontrato in gran segreto, senza poterlo neppure vedere in volto e senza poter pubblicare il suo vero nome. "Come i peggio latitanti”, ha puntualizzato lui stesso con un certo orgoglio.
In questi ultimi due mesi Dj Monnezza ha preso possesso della prima serata di Rete Tre con cinque appuntamenti dal sapore musicale differente l’uno dall’altro. Come sta andando?
Diciamo che le reazioni sono diverse a seconda della serata. Il lunedì con A Mille! è votato al metal, punk e rumoreccio variegato miete la giusta quantità di sgomento e perplessità sul futuro del genere umano, per cui direi che ci siamo.
Martedì Tutti pazzi va a pigliare tutta la musica italiana che le radio, di base, non passano ma nemmeno per sbaglio, e il fatto che invece qui passiamo proprio solo quella ci ha fatti diventare un po’ gli eroi del bar del Burlavecchio, l’unico posto dove lo scompenso porta gli astanti beoni ad ascoltarlo anche se poi, di fatto, non capiscono manco la metà di quello che succede.
Come tutti sanno, il giovane senza futuro, per essere completo, non può non abbandonarsi anche al mondo shakera-chiappe, che casca bene nella serata di giovedì quando, con Black Velvet, si viaggia sciolti e dinoccolati come dei Fred Astaire del rione, su tutte le sfumature della musica nera.
Sappiamo però che non si può essere completi come babbi e ribaldi, senza essersi aggiustati il ciuffo e fiondati nelle sonorità rock’n’roll di stampo 50’s, con tutte le modifiche del caso, abbracciando quindi anche gli amici modificati dello psychobilly e dintorni: ecco cosa vi aspetta il venerdì con El Monstruo Rockanrolla.
Resta il mercoledì dove, Maximum Sound Box, spalanca il pollaio a tutto quello che resta in campo del bel mund musicherello: beat, psichedelia, elettronica e tutti gli accidenti della nostra balda contemporaneità e/o ripescate dal bel passato… robba da scoprire e riscoprire.
La produzione musicale mondiale è sempre più “ingestibile” dal punto di vista quantitativo, senza contare tutto quello che si può ripescare dal passato… tu come riesci a stare al passo con questa marea di dischi?
Mah… forse grazie alla vita votata al randagismo e al solitariato selvatico impostomi, ho tutto il tempo dell’universo per sguazzare nell’infinito mare delle offerte musicali, come forse solo un tonno pinna gialla può fare (trall’altro, scientificamente provato, il tonno meno intelligente tra tutte le razze di tonni).
E in questo immenso universo, azzanni più materiale possibile, tenendo poi quello che, per i parametri della tua testa, ritieni valido e assolutamente da spingere e supportare.
Ormai DJ Monnezza è una garanzia per gli amanti dei suoni più aggressivi / oscuri / estremi / curiosi / bizzarri. Come e quando è nata la tua avventura a Rete Tre? E come nacque la tua passione per questi generi musicali?
Da ragazzello, i miei genitori passavano il tempo ascoltando la radio a volumi anche importanti (per non ascoltare me, ovviamente). Ne consegue che per sentire un suono che rappresentasse esclusivamente qualcosa di mio, che non appartenesse alla generazione genitoriale, la materia arrivasse proprio da quel buco nero in cui si muovevano tutti quei selvaggi che la radio, assolutamente, mai avrebbe trasmesso. Poi, un bel giorno bello che ancora mi ricordo perché avevo la testa infilata nel frigo mentre mia madre mi fissava col giusto sdegno, ella maturò questa domanda risolutrice: “tutti quei soldi (i miei) che hai speso in dischi, ma non è ora di usarli in maniera intelligente che non sia farci sbattere fuori di casa? Tiè guarda! Aprono un concorso alla RSI! Piglia i tuoi stracci e vacci!”
E Monnezza è uno che si butta nella mischia in prima persona? Hai suonato / suoni in qualche band?
Certo! Vuoi che non alimentassi lo scompenso sociale senza metterci del mio? Ho dispensato molta allegria suonando con una marea di band, sempre bellamente finite per stracci, anche se con qualcuna abbiamo seminato panico e traumi auricolari quanto basta.
Dovendo fare una decina di nomi, e prescindendo da epoche e generi, quali sono le band “del cuoricino” per te?
Così a razzo e a stima ti direi Sex Pistols, Clash, Gene Vincent, Dead Kennedys, Ramones, John Coltrane, Howlin' Wolf, Hüsker Dü, Sonics e mille altre anime allo sbando che non cito per questioni di spazio.
Un saluto finale ai tuoi seguaci!
Seguaci!! All’attacco!!!!!!
RITRATTO
Adottato da una famiglia di giostrai in rovina, finisce le scuole alla come viene viene. Decide di iscriversi al conservatorio ma non viene accettato (al conservatorio stanno ancora ridendo adesso). Intraprende una carriera a caso e, completamente ignaro, per sbaglio, diventa animatore radiofonico, cosa incredibile dal momento che, sino a quel momento, aveva scambiato parole solo con il suo amico invisibile. Col sorriso sulle labbra, viaggia ridanciano giù per una china esistenziale senza futuro alcuno. Ma poco importa, tanto c’è tempo!