Scrittore, giornalista, docente e drammaturgo ticinese, Andrea Fazioli è l’autore di libri come Chi muore si rivede, L’arte del fallimento, La sparizione e, il più recente, Le strade oscure. Ai suoi esordi, nel 1998, ha vinto il Premio internazionale Chiara giovani. Nel 2004 si è laureato in Lingua e letteratura italiana e francese all'Università di Zurigo, ottenendo il premio Pro Ticino 2005 per la sua tesi su Mario Luzi. Ha presentato laboratori di scrittura creativa in diversi ambiti pubblici, privati e universitari; inoltre ha fondato il laboratorio Scuola Yanez, un progetto dedicato a chi ama leggere. Nel 2017 il presidente della Repubblica italiana gli ha conferito l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia. Per Rete Due ha partecipato ad alcuni programmi, in particolare Alphaville, per cui ha ideato All’incontrario va, dieci puntate su come oggi sia è cambiato il nostro viaggiare. Sempre per Alphaville, e insieme a Marco Pagani, si è occupato di Un attimino…che ne è della lingua italiana? e con Yari Bernasconi ha pubblicato per Rete Due un ciclo di video a tema letteratura.
Tu ti occupi di tante cose, libri, blog, programmi radio… C’è effettivamente una differenza muovendosi fra questi spazi?
In effetti come scrittore ho uno spirito in parte nomade, in parte sedentario. La parte nomade è quella che mi porta a esplorare nuove forme di espressione, nuovi stili; questo è legato anche a una mia inquietudine che mi rende difficile tornare su una strada già percorsa. Nello stesso tempo però credo che, per quanto riguarda il contenuto, non ci sia bisogno di viaggiare: gli esseri umani sono quelli che sono, in qualunque epoca, in qualunque paese. Così mi piace tornare a osservare un luogo, una situazione, un po’ come faceva Cézanne con la montagna Sainte-Victoire. Osservando i minuscoli cambiamenti di un pezzo di mondo, mi pongo delle domande su di me, sui fatti di cui parlano i giornali, sul presente e sul futuro. Il blog in questo senso è un’occasione per sperimentare alcune forme di scrittura diverse. La radio è un altro discorso ancora: ho iniziato a collaborare con la RSI nel 2006, se ricordo bene, e ho fatto molte cose diverse, dal puro giornalismo all’intrattenimento. Negli ultimi anni mi sono occupato di “Verde aurora”, la fascia del mattino su Rete Due. Ma di recente ho potuto portare finalmente anche alla radio parte della mia creatività di scrittore. Questo in particolare con la serie All'incontrario va, dedicata all’arte di viaggiare, che è andata in onda all’interno del programma Alphaville su Rete Due e che si trova ancora nel podcast.
Qual è l’idea che c’è dietro il ciclo "letteratura" per Rete Due?
È un ciclo di video pensati per le reti sociali, YouTube e Facebook in particolare. Insieme a Yari Bernasconi presento in pochi minuti alcuni percorsi letterari: a volte ci soffermiamo su un'autrice o un autore, a volte su un personaggio, a volte su un tema generale. Si tratta di un formato divulgativo, che ha lo scopo d’incuriosire chi guarda più che di approfondire. Con Yari Bernasconi porto avanti un sodalizio che si esprime soprattutto nella creazione letteraria: scriviamo infatti testi a quattro mani, come il reportage A Zurigo, sulla luna, pubblicato di recente da Gabriele Capelli in italiano e da Limmat Verlag in tedesco.
Da alcuni anni tieni dei laboratori di scrittura per la Scuola Yanez. Qualche consiglio a chi ci legge per impostare un testo? Qual è la prima regola da tenere a mente?
Mi capita in effetti di tenere laboratori per la Scuola Yanez, in Italia e in Svizzera, ma anche per la Scuola Flannery, a Milano, e in altre circostanze ancora. In questi casi cerco di non porre delle regole, ma d’incoraggiare le e i partecipanti a seguire la propria via. Più scrivo, più mi rendo conto che è importante sviluppare un senso del testo, uno strumento affine all’orecchio musicale – e su questo si può lavorare – ma bisogna stare attenti a non chiudersi in un recinto. Quindi la prima regola da tenere a mente è che non ci sono regole. L’unica raccomandazione: leggere, abbandonarsi il più spesso possibile al piacere lento della scrittura.
Come si supera il blocco dello scrittore? Internet aiuta o è dannoso?
Direi che spesso internet è la causa del blocco dello scrittore… e soprattutto di molte distrazioni! A volte, la molteplicità di stimoli non è un aiuto. Stare lontano dagli schermi, soprattutto dalle reti sociali, trovare in sé il tempo per l’ascolto e per la contemplazione, questo permette al pensiero di seguire vie inesplorate. Oltre a ciò, è utile il dialogo con le altre e gli altri, il confronto con chi è diversa o diverso, con chi guarda il mondo in modo differente. Bisogna convincersi che le nostre idee vanno affinate e perfezionate nel confronto con altre idee, con altre visioni.
Ma infine…che ne è della lingua italiana? (sottotitolo della trasmissione “Un attimino”, che va in onda ogni lunedì alle 11.30 su Rete Due)
La lingua italiana è il mio strumento di lavoro. In fondo per scrivere basta una pagina bianca e qualcosa che lasci dei segni neri. Rispetto ad altri mestieri i mezzi sono molto semplici: non si usano attrezzi specifici ma una sorta di congegno meraviglioso, la lingua in cui si decide di scrivere (che non è per forza la lingua materna). A occuparci del programma Un attimino siamo in due: Marco Pagani e io cerchiamo in questo spazio di riflettere sulla bellezza della lingua italiana, ma anche sui malcostumi che possono avvilirla. Questa trasmissione è inserita nel contesto della trasmissione di attualità culturale “Alphaville”. Grazie alle intuizioni di Sandra Sain, la responsabile di Rete Due, e di Enrico Bianda, il caporedattore, questa e altre serie speciali s’inseriscono in un contesto più ampio di riflessione e di approfondimento sul nostro tempo e la nostra realtà.