Acclamata dalla critica, la saga ideata da Jesse Armstrong che racconta le vicende del magnate dei media Logan Roy e dei suoi figli, giunge alla sua stagione conclusiva. In prima visione su RSI LA 1 da lunedì 26 febbraio alle 23.35. Nel primo episodio della nuova stagione, “Mostri”, i nodi vengono al pettine e la lotta feroce e senza quartiere tra gli eredi si scatena . Grazie a un cast stellare ricco di attori di vaglia, Succession disegna un quadro spietato del mondo capitalistico .
“Vi voglio bene, ma non siete persone serie”, dice Logan Roy ai suoi figli nel trailer di Succession 4. L’ultima stagione della serie creata da Jesse Armstrong e targata HBO arriva sugli schermi della RSI con grandi aspettative. Dopo aver fatto incetta di Golden Globe, Bafta, Emmy Awards e tanti altri premi, è ora di scoprire negli ultimi dieci episodi chi tra i componenti della famiglia Roy avrà la meglio nella spietata e farsesca lotta alla successione dell’impero mediatico.
Strategie maldestre, vanità e subdola competizione continuano a essere gli ingredienti fondamentali in questo dramma shakespeariano del ventunesimo secolo, che trae ispirazione dalle vicende aziendal-famigliari del magnate Rupert Murdoch. Ma facciamo un passo indietro: nella terza stagione, mentre Connor era impegnato nella corsa alla presidenza degli Stati Uniti, il padre padrone Logan Roy è riuscito a sventare il piano di Kendall, Shiv e Roman che prevedeva la vendita della società al miliardario svedese Lukas Matsson. Superata la vergogna della sconfitta, i tre rampolli sono tornati all’attacco fondando una nuova start-up nel mondo delle news. Il destino della Waystar Royco sarà deciso da uno strano gioco di specchi: o l’anziano proprietario sta sottovalutando troppo i suoi figli, o questi ultimi si credono più furbi di quanto effettivamente non siano.
Come nelle prime tre stagioni troviamo di fronte quindi a personaggi spietati e facili da odiare, ma al tempo stesso non riusciamo a detestarli completamente. In ognuno di loro, infatti, è possibile scorgere anche una minima emozione, la quale li ha portati ad essere (chi più e chi meno) amati dal pubblico della serie.
Uno degli aspetti principali di Succession è proprio il suo cast formato da attori di grandissimo talento. Tra questi, il bravissimo Brian Cox, nel ruolo dell’indomito patriarca Logan Roy; Jeremy Strong, in quello dell’emotivamente instabile Kendall; Kieran Culkin, che interpreta l’esilarante Roman; Sarah Snook, alias la calcolatrice Shiv, e Alan Ruck, che continuerà a vestire i panni dell’eternamente illuso Connor. Notevoli anche i membri del loro entourage: Matthew Macfadyen interpreta Tom Wambsgans, il fragile e tuttavia connivente marito di Shiv, Nicholas Braun invece è Greg Hirsch, il goffo e nervoso pronipote di Logan e J. Smith-Cameron impersona Gerri Kellman, l’amministratore delegato ad interim della Waystar Royco.
Ma sono diversi gli elementi che hanno reso speciale Succession, a partire dalla dinamica padre/figli: una feroce denuncia sulla mancanza di amore e di rispetto all’interno di una famiglia disfunzionale dove il potere del denaro è il mezzo e il fine ultimo di ogni azione. Ma non solo: a colpire è anche l’intelligente assenza di strizzate d’occhio al politically correct, con la chiara l’intenzione di mostrare brutalmente allo spettatore la realtà per come è e non per come la vorrebbero i media “buonisti”. Senza dimenticare la colonna sonora di Nicholas Britell, che fin dal primo episodio ha giocato un ruolo fondamentale nel trasmettere gli stati d’animo dei protagonisti, le tensioni tra i personaggi, la gravità delle trame e sottotrame colme di significati, lo stupore davanti ai repentini colpi di scena.
Purtroppo però niente è per sempre e così con questi ultimi dieci episodi Succession chiude il sipario, ma può già essere definita la Serie TV del futuro, perché con lei si dovranno confrontare i prodotti analoghi da qui ai prossimi anni. Jesse Armstrong ha lanciato la sfida, ci sarà qualcuno in grado di raccoglierla?