E’ una storia infinita. E questo è l’ultimo (si spera) capitolo senza lieto fine che riguarda Nativo, o meglio: le varie ditte che, negli anni, hanno rivenduto online i suoi mobili. Il negozio, che aveva sede nel canton Zurigo e diverse filiali in tutta Europa, ha fatto parlare di sé in più occasioni, suscitando l’interesse delle trasmissioni per consumatori di tutta la Svizzera. Ne aveva parlato non solo Patti chiari, ma anche Kassesturz, À bon entendeur, e negli scorsi giorni, la trasmissione di SF Espresso.
Il problema? I clienti non solo, spesso, non si vedevano consegnare i mobili acquistati, ma non riuscivano nemmeno a farsi rimborsare. Impotenti, molti di loro avevano deciso di raccontare la propria storia pubblicamente. E così era emerso che, rivendendo lo stesso marchio, si erano susseguite più ditte che aprivano, si indebitavano e fallivano. L’ultima, appunto, è la Nativo Group Gmbh: il tribunale distrettuale di Dielsdorf ha incaricato l’ufficio dei fallimenti di Höngg-Zurigo di avviare la procedura di fallimento.
Ancora oggi molte persone sono in attesa di una consegna o di un rimborso. Quante speranze hanno di ottenere quello di cui avrebbero diritto? Come devono muoversi oggi? E come è possibile che tutto ciò si verifichi? Storia di un disastro annunciato.