A cent’anni dalla nascita, il dossier curato da Lou Lepori rende omaggio a uno dei più grandi filosofi del Novecento, Gilles Deleuze: il suo maestro e amico Michel Foucault aveva infatti dichiarato già nel 1970 un giorno, forse, il nuovo secolo sarà deleuziano. A quarant’anni dalla morte, avvenuta nel 1995, appare singolare il destino di questo pensatore, raffinatissimo esegeta della tradizione filosofica occidentale, ma amato soprattutto da artisti e artiste, citato per le sue intuizioni e i suoi concetti innovativi (come il rizoma, i millepiani, la nomadologia: tutti termini che torneranno spesso nella nostra settimana), che ne fanno una sorta di artista del concetto, un filosofo-creatore in costante dialogo con tutte le arti (in particolare con il cinema e la letteratura), con la psichiatria e l’antropologia. Insomma, un filosofo pop che stende la sua ombra ben oltre le stanze dell’accademia.
Oggi parliamo di teatro e di una singolare esperienza: da più di quindici anni l’attore e regista Robert Cantarella porta in giro per la Francia una singolarissima performance. Munito di auricolari, l’attore ripete parola per parola alcuni dei corsi universitari più celebri di Gilles Deleuze. Si lascia attraversare dal flusso e dalla voce del grande filosofico e si trasforma letteralmente in lui. Le performance si chiamano Faire le Gilles, fare il Gilles (Deleuze, ovviamente). Lou Lepori, che cura tutto il dossier di questa settimana, lo ha intervistato.
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