È da poco uscito un volume per “People edizioni” intitolato Liberi di sbagliare. Un’estate tra le montagne del giovane Primo Levi, che ripercorre l’importanza della montagna per Primo Levi, scrittore, chimico e come sappiamo superstite dell’Olocausto. E proprio lo scorso 19 ottobre erano 80 gli anni dal suo ritorno a Torino da Auschwitz. Levi che grazie al confronto con “le terre alte” e l’ascensione in vetta aveva, come dice lui stesso, maturato degli strumenti per affrontare l’inaffrontabile: la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz. Di montagna, del suo valore e della sua visione, ieri come oggi, abbiamo parlato con l’antropologo Pietro Lacasella, autore del libro Liberi di sbagliare, e con il giornalista e scrittore esperto di cultura alpina Paolo Paci.
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