L’eleganza raffinata delle anime ferite. Vince il Nobel per la letteratura la scrittrice sudcoreana Han Kang.
L’autrice di La vegetariana, Atti umani e L’ora di greco è stata premiata per la sua prosa poetica che riesce a dialogare con i traumi della storia e dare voce alla fragilità della vita umana. I tre testi tradotti in italiano restituiscono la forza di una scrittura che indaga la sofferenza profonda.
Se La vegetariana e L’ora di greco hanno al centro del racconto due donne limitate nella loro esistenza e sempre più lontane dalla società, una per le scelte alimentari (La vegetariana) e l’altra per una temporanea perdita della parola (L’ora di greco); il dramma di una delle pagine più buie della storia coreana, il massacro di Gwangju del 1980, restituisce il cordoglio di un’intera comunità che non si è arresa ai soprusi subiti (Atti umani). Riuscire a dare corpo con parole precise e affilate all’incomunicabilità del dolore e all’esclusione sociale è una delle principali caratteristiche di questa scrittrice che ha saputo anche raccontare il femminile ancora costretto e gravato dalle aspettative famigliari.
Le voci che hanno messo in dubbio questa scelta dell’Accademia di Svezia, puntando il dito contro una presunta attenzione alle questioni di genere, Han Kang sarebbe stata insignita con il prestigioso riconoscimento perché donna, non hanno fatto alcuna presa sui lettori di Han Kang e non troveranno nessuna complicità in tutti coloro che la scopriranno grazie al Nobel.
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