Spazzacamini, filatori, pastori, sigarai… per secoli, bambine e bambini svizzeri sono stati costretti a lavorare per contribuire al sostentamento delle loro famiglie. Fino alla graduale introduzione della scolarità obbligatoria nel corso dell’Ottocento, istruzione, gioco e spensieratezza erano riservati ai figli delle classi più abbienti. Solo nel 1877, la legge federale sulle fabbriche vietò il lavoro ai minori di 14 anni, ma l’impiego dei bambini continuò sotto varie forme per diversi decenni. La mostra “Figli della miseria. Bambini al lavoro”, aperta venerdì scorso al Museo nazionale di Zurigo, torna sul tema da un punto di vista storico, senza rinunciare a stimolare una riflessione sul presente. Ad “Alphaville” abbiamo sentito la direttrice del Museo nazionale, la storica e antropologa Denise Tonella.
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