Da qualche settimana, dall’elezione al soglio pontificio di Robert Francis Prevost, che si è scelto il nome di Leone XIV, si è tornati a parlare della Rerum Novarum. È il nome, rigorosamente in latino, di un’enciclica promulgata nel 1891 da Papa Leone XIII. “Rerum Novarum”, ovvero “Delle cose nuove”: e in effetti questa lettera enciclica prendeva posizione, con parole inedite per l’epoca, sulla nascente “questione operaia”, sulle condizioni dei lavoratori, sulla proprietà, sul ruolo dello Stato e sulla giustizia sociale. Problemi sui quali la chiesa sentiva il dovere di far sentire la propria voce, in un momento storico caratterizzato dall’emergere delle grandi ideologie. Quale fu il suo impatto? Come fu recepita dalle masse lavoratrici? E dalla borghesia cattolica? Ne parliamo con Agostino Giovagnoli, professore di Storia contemporanea all’Università Cattolica del sacro Cuore, autore di vari studi sul cattolicesimo democratico e Massimo Luigi Salvadori, già professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Torino, storico del socialismo, della sinistra e del movimento dei lavoratori.
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