La nostra ospite di oggi è una cantante e compositrice davvero babilonica, in senso musicale ma anche geografico. Cresciuta in Italia ma di origini indiane, Namritha Nori vive e lavora infatti tra Padova e Istanbul, e la sua musica è il frutto della ricerca delle sue molteplici radici. Dall’India all’Italia attraverso il Medio Oriente, ama esplorare la contaminazione di culture e influenze musicali che le appartengono, dal mondo arabo alla cultura sefardita, dall’Anatolia della sua Istanbul fino alla musica classica occidentale. Di formazione classica, dopo aver studiato canto lirico fonda a Padova nel 2015 il gruppo Mi Linda Dama con il chitarrista Giulio Gavardi, dedicandosi all’esplorazione del repertorio sefardita. I suoi numerosi viaggi in India, sua terra madre, a Beirut per la musica classica araba e il trasferimento nella città della sua anima, Istanbul, diventano il fulcro principale di creatività e connessioni da cui scaturisce il suo nuovo progetto solistico, nel quale l’artista esprime musicalmente le sue identità, in un mélange originale che guarda al Medio Oriente, alla mediterraneità ma attinge anche al jazz e ai linguaggi moderni. Oggi scopriamo insieme a lei il suo primo album da solista, Traces and roots, che la vede in veste di cantante, compositrice e produttrice, arrangiato e registrato tra Padova e Istanbul e uscito di recente. L’album contiene brani originali su testi in diverse lingue (spagnolo, francese, arabo, greco, dialetto veneto) scritti di suo pugno e cantati con un ensemble di strumenti occidentali e mediorientali.
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