Le vie (quasi) infinite del jazz

Sono passati più di cento anni dai primi vagiti ma il jazz sembra curarsi poco delle rughe e anzi dimostra una capacità di rigenerarsi fuori dall’ordinario, affermandosi come uno dei linguaggi universali più efficaci. L’epicentro rimane sempre lì, negli Stati Uniti, con particolare menzione per la città più cosmopolita, meno americana di tutte, New York, che continua ad attrarre musicisti da tutto il mondo. La puntata si apre con uno dei tanti omaggi alla Grande Mela, tributato in questo caso da parte di Rin Seo, compositrice coreana trasferitasi una decina di anni fa a New York. Col suo notevolissimo debutto discografico City Suite racconta a modo suo le mille facce della sua città di adozione. Chihiro Yamanaka ha ormai inanellato una ventina di dischi ed è considerata una delle migliori pianiste del suo Paese, il Giappone. Poche settimane fa ha pubblicato un bell’album, Oh La La, in cui riprende diverse perle del repertorio brasiliano. Brandon Sanders e Domo Branch hanno in comune diverse cose: entrambi sono batteristi, tutti e due sono anche compositori, e, dulcis in fundo, hanno messo la firma su due dischi – rispettivamente Lasting Impressions e A Memory, usciti a distanza di pochi giorni tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre – che meritano più e più ascolti. Dopo il primo capitolo dell’anno scorso (Motion I), il supergruppo Out Of/Into (Gerald Clayton, Imanuel Wilkins, Joel Ross, Kendrick Scott e Matt Brewer) creato per gli 85 anni della Blue Note, torna con l’atteso seguito, Motion II. In conclusione, ci sarà una novità freschissima con una coppia di musicisti fuori categoria, il chitarrista John Scofield e il bassista Dave Holland. Pur avendo suonato assieme più e più volte in vari progetti, non avevano mai unito le forze ufficialmente. Succede per la prima volta grazie a Manfred Eicher e la sua ECM che ha appena pubblicato Memory of Home.