Da una battuta pronunciata durante un esame di Conservatorio nasce la nuova puntata di Bourbon Street.
Con ironia e rigore musicale, la puntata smonta il luogo comune che riduce il jazz allo swing inteso come walking bass e al ride tin-cin-titin, mostrando invece come esso sia soprattutto un modo di percepire e condividere il tempo, ben oltre qualsiasi formula.
Nel corso dei 45 minuti, l’ascoltatore attraversa epoche e linguaggi: dallo swing “da manuale” delle big band a quello moderno e urbano dei Jazz Messengers, fino alle forme più liriche, sospese o elettriche in cui il jazz non “cammina” più, ma respira, orbita, vola.
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