Da lunedì 4 a venerdì 15 settembre 2023, ore 20:00
Con Con Matteo Carassini, Dario Sansalone, Margherita Coldesina, Diego Pitruzzella, Moira Albertalli, Antonio Ballerio, Massimiliano Zampetti, Roberto Regazzoni, Luca Fusi, Augusto Di Bono e la partecipazione di Daviude Gagliardi e Mirko D'Urso.
Presa del suono, sonorizzazione ed editing: Yuri Ruspini
Regia: Guido Piccoli
Produzione Francesca Giorzi
Riascolta le puntate di Thomas Sankarà l'africano integro...troppo
Sankarà l'africano integro...troppo (1./10)
Sankarà l'africano integro...troppo (2./10)
Sankarà l'africano integro.....troppo (3./10)
Sankarà l'africano integro...troppo (4./10)
Sankarà l'africano integro...troppo (5./10)
Sankarà l'africano integro...troppo (6./10)
Sankarà l'africano integro...troppo (7./10)
Sankarà l'africano integro...troppo (8./10)
Sankarà l'africano integro...troppo (9./10)
Sankarà l'africano integro...troppo (10./10)
Storie di uomini integri sceneggiato su Thomas Sankarà
Di Guido Piccoli
Nella nostra parte di mondo l’Africa vuol dire fame là, semi-schiavi o mendicanti qua e lungo il tragitto tra là e qua, tra deserto e mare, poveri disperati su barconi, spesso affondati.
Ma sono molti coloro che hanno cercato negli ultimi decenni di dare all’Africa benessere e dignità, da democratici come Lumumba a dittatori come Gheddafi, passando per illuminate personalità occidentali, come l’italiano Enrico Mattei. Tutti, guarda caso, ammazzati per aver voluto frenare l’erosione, soprattutto delle ricchezze del sottosuolo, da parte del ricco nord e delle sue imprese multinazionali. Uguale sorte toccò nel 1987 a Thomas Sankara, un militare trentasettenne che aveva trasformato un’ex colonia francese, l’Alto Volta (allora il paese più povero del mondo) nell’autosufficiente Burkina Faso, che vuol dire il “paese degli uomini integri”. Dopo solo tre anni di sua presidenza, nessun burkinabè aveva più intenzione di andarsene perché a tutti era garantito cibo sufficiente, salute minima e un’istruzione scolastica di base. Eppure Sankarà non era un santone e non faceva miracoli. Semplicemente, aveva cominciato a limitare il potere e i guadagni dei paesi ricchi e a combattere la corruzione da loro promossa per comprarsi l’asservimento di alcuni settori burkinabè.
Come disse un giorno, aveva cominciato a “inventare il futuro”. Una rivoluzione coraggiosa. Forse troppo. Non a caso lo sceneggiato in dieci puntate che racconta la sua storia si chiama “Sankarà, l’africano integro… troppo”. Ma è anche una storia dai contorni drammatici e quasi incredibili, visto che Sankarà fu ucciso in un agguato organizzato e diretto dal suo vice, Blaise Compaorè, che lo stesso Sankarà aveva considerato fino al giorno prima suo fratello, e che lo rimpiazzò alla presidenza del paese per ben 27 anni. Ed è una storia complessa e finora ancora oscura, soprattutto riguardo i mandanti di quell’omicidio (che in realtà fu una strage, visto che oltre a Sankarà furono massacrati undici suoi collaboratori): d’altronde ad ogni latitudine e in ogni fase storica, più si sale a livello del potere, più l’impunità è garantita.
Lo sceneggiato “Sankarà, l’africano integro troppo”, scritto e diretto da Guido Piccoli con la cura tecnica di Yuri Ruspini si avvale di attori come Giuseppe Palasciano (Sankarà) e Matteo Carassini (Compaorè).
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