L’interesse del filosofo tedesco Walter Benjamin per la cultura e la lingua italiana nasce già nei suoi anni giovanili. Benjamin rimane legato all’Italia per tutta la vita, nel solco di una tradizione di viaggio, inaugurata da Goethe che lo porta a Milano, Verona, Vicenza, Venezia, Padova, Napoli, Roma, prima di togliersi la vita nel 1940 alla frontiera spagnola, per non cadere nelle mani della Gestapo. Nei suoi viaggi Benjamin soggiorna anche tre volte in Ticino, a Lugano e Locarno. A questi viaggi nei territori di cultura italofona è dedicato il volume Walter Benjamin e la cultura italiana, che raccoglie gli atti del convegno svoltosi all’Università della Svizzera italiana, pubblicato dalla casa editrice Olslschki. Brigitte Schwarz ne ha parlato con il curatore, il professor Marco Maggi, e con Nicola Emery, docente e ricercatore di Filosofia e di Estetica all’Accademia di Architettura dell'USI, autore del saggio "Percorsi nella Sonnestube der Schweiz. La critica del destino nel giovane Benjamin".
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