Romanziera, saggista, critica, editrice e attivista. Virginia Woolf ha scardinato i canoni letterari del suo tempo e ha incarnato la figura dell’intellettuale militante in un momento in cui alle donne era preclusa qualsiasi forma di impegno pubblico. A ottant’anni dalla sua tragica morte consumatasi il 28 marzo 1941, la letteratura, la politica e il femminismo le sono ancora debitori. Le riflessioni della ricercatrice Elisa Bolchi, vicepresidente dell'“Italian Virginia Woolf Society” e ricercatrice alla University of Reading in Inghilterra.
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