Sub, diving, coralli, acqua
Domenica in scena

Cuore di Reef

Originale radiofonico di Claudio Di Manao

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  • 7.1.2024
  • 33 min
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  • Radiodrammi

Domenica 7 gennaio 2024 ore 17.35

Con Mirko D’Urso
Registrazione con idrofono: Yuri Ruspini
Presa del suono e sound design: Thomas Chiesa
Regia Flavio Stroppini
Produzione Francesca Giorzi

Cosa nasconde il mondo subacqueo? E cosa vuol dire immergersi? Quali sono le sensazioni che si provano durante un’immersione? Quali, e come si diramano, i pensieri mentre si scende, sempre più giù.
Claudio Di Manao ha scritto un testo che scava nelle profondità, del mare e dell’essere umano. Mentre scivoliamo verso l’abisso è come se vedessimo il sub e allo stesso momento fossimo lui. È così che scopriamo un mondo, scoprendo qualcosa di noi stessi.
Vista la registrazione e realizzazione con tecniche di registrazione 3d (e con l’uso di un idrofono, un particolare microfono subacqueo) è caldamente suggerito un ascolto in cuffia.

Si ringrazia "splash & spa Tamaro” per l’utilizzo dei propri spazi acustici per le registrazioni con idrofono

Note d’autore

“Cuore di Reef è la storia che volevo scrivere da quasi venti anni. Sotto la superficie del mare cambia tutto. Cambia il nostro modo di percepire noi stessi e il mondo. Il mare isola, cura e protegge. Malgrado noi. In Deepwater Horizon abbiamo raccontato una della più grandi ferite ancora aperte che sono state inferte al mare. Questa storia invece percorre una relazione intima. Una relazione di lunga data.
Non ricordo quando imparai a nuotare ma ricordo esattamente quando ricevetti la mia prima maschera subacquea, l’odore di neoprene e borotalco. Avevo quattro anni. Oltre quel vetro, si aprì la meraviglia delle stelle e dei cavallucci marini sulla sabbia luminosa. Oggi parte di quella spiaggia è occupata da un porto sportivo. Mi ricordo che piansi, tanti anni dopo, a vedere moli di cemento al posto della mia spiaggia. Mi sentivo derubato della mia infanzia. L’odore forte, evocativo di iodio (c’era una mareggiata) rendeva tutto più drammatico. Continuai a frequentare il mare, soprattutto sotto la superficie. Diventai istruttore subacqueo e cominciai a girare il mondo con in mano una professione che mi consentiva di farlo. Mi dedicai ad un mestiere invidiato, divertente ma durissimo. Un mestiere che ti fa bruciare più di 4000 calorie al giorno e non consente sconti sulla sicurezza, tua e degli altri. La mia mente cambiò. Fu il mondo sotto la superficie a cambiarla, la mia routine in un universo fatto di fantastiche creature che imparai ad amare. ‘Il mio ufficio tra i coralli’, due belle pagine d’articolo sul Quotidiano Nazionale a firma di Paolo Giacomin, rendevano perfettamente l’idea. Parlavano di me. Tutta colpa di un libro che avevo scritto, il primo, sulla vita scanzonata degli istruttori subacquei a Sharm el Sheikh.
C’era però ancora un aspetto che volevo esplorare, quello di una dimensione dove ci si sente senza peso e dove il male del mondo di superficie arriva attenuato. Una dimensione dove elaboriamo solo i pensieri più intimi. Volevo esplorare quei pensieri e descriverli. Volevo sviscerare tutte le declinazioni del blu, una delle quali è l’inconscio, la fabbrica dei sogni. E il triste destino delle barriere coralline, una meraviglia che stiamo perdendo. Volevo cantare la relazione tra un subacqueo ed un reef che gli è più familiare dell’appartamento in cui abita. Vent’anni dopo Francesca Giorzi mi dà il La. Capisco subito che ciò che mi suggerisce è proprio quel racconto che langue da venti anni. Mi mette nelle mani di Flavio Stroppini, un vero esploratore, un Dr. Livingstone di paesaggi sonori, che aveva già elaborato DeepWater Horizon. Flavio compra subito un microfono subacqueo e comincia a dare la caccia ai suoni che mancano, o che sono in file ma non rendono.
Ne esce fuori una sorta di immersione dentro sé stessi, nel mare specchio della nostra parte più profonda, nelle nostre ataviche paure e nella loro risoluzione, con un finale che assomiglia ad un risveglio. Da subacqueo posso dire che non ho mai ascoltato, dal punto di vista sonoro, niente di più simile all’esperienza dell’immersione. Sul contenuto e i temi affrontati, sarà il pubblico a giudicare.”

Claudio Di Manao ha pubblicato sei romanzi d’ambientazione subacquea e marina, collabora regolarmente con AlertDiver, ScubaZone e ScubaPortal, i più diffusi magazine di subacquea in lingua italiana. Ha collaborato con Nereus e con il CdT.

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