"Non vergognarsi mai e osare tutto", così scriveva Erasmo da Rotterdam nell' "Elogio della follia". Certo, a volte la vergogna può essere un’emozione negativa, che ci frena inutilmente, ma altre volte può essere positiva, e suscitare il desiderio di migliorare. Ma forse, quando non è retrospettiva ed è volta al futuro, è più una forma di pudore, aidôs, come diceva Aristotele, che sulla vergogna ha scritto pagine fondamentali. E come distinguere il senso di vergogna da quello di colpa? Possiamo dire che la vergogna necessita di un pubblico, di uno sguardo esterno? Inoltre la vergogna a volte riguarda la morale, ma altre volte può riguardare cose di cui non abbiamo “colpa”: uno può vergognarsi di essere povero, ad esempio, o di avere le orecchie a sventola. Ad approfondire il concetto di vergogna ci aiuterà in questa puntata Alessandra Fussi, docente di filosofia morale all’Università di Pisa e autrice del recente saggio "Per una teoria della vergogna", Edizioni ETS.
Libri presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt):
Fussi, Alessandra. Per una teoria della vergogna. Pisa : ETS, 2018
Erasmus, Desiderius. Elogio della follia. Torino : Einaudi, 2002
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